Italia, dal 2009 a oggi boom di 'nuovi poveri'. I ricchi lo sono sempre di più

Italia, dal 2009 a oggi boom di 'nuovi poveri'. I ricchi lo sono sempre di più

di Mario Fabbroni
I ricchi guadagnano 5 volte di più, i poveri perdono ancora più terreno. Anzi, sono oramai 17,5 milioni e sopravvivono in maggioranza al Sud. Grazie alla poco invidiabile statistica che colloca 1 cittadino su 4 d alto rischio di esclusione sociale, l’Italia non è più il Belpaese ma una nazione dove l’area della popolazione indigente si allarga a macchia d’olio: tra chi vive sotto la soglia minima di reddito, chi lavora solo pochi giorni l’anno e chi si trova a dover rinunciare a spese essenziali.

La percentuale del disagio è al livello massimo da almeno 11 anni. Per l’Istat rimane invece stabile la quota di coloro che si trovano in condizioni di «grave deprivazione materiale» (11,5%), ovvero single oppure interi nuclei familiari che manifestano problematiche che vanno dagli arretrati nei pagamenti all’impossibilità di riscaldare casa. Completano il cerchio le famiglie a «bassa intensità lavorativa», dove è molto più il tempo trascorso in disoccupazione che a lavoro: versa in questo stato l’11,7% dei 18-59enni, popolazione che non riesce a beneficiare di politiche sociali a lungo termine.

Da interpretare anche “la prima volta” della mancata discesa della curva dei redditi. Basta andare oltre la media dei 2mila euro mensili netti per famiglia, per scoprire che dal 2009 le disuguaglianze non hanno fatto altro che crescere, al punto che l’Italia presenta un divario tra ricchi e poveri che è più ampio rispetto alla forbice della media Ue. Ancora una volta a soffrire di più è il Mezzogiorno, dove il fenomeno dell’esclusione sociale coinvolge il 46,4% dei residenti, quasi uno su due. Trasferirsi diventa allora una soluzione, ma sempre più chi si sposta fa una scelta radicale: abbandona cioò i confini nazionali per espatriare. L’Istat ha certificato che il numero degli emigranti ha superato le centomila unità (+15% sul 2014), con meta preferita il Regno Unito (ancora non c’era stata la Brexit), mentre il tasso di mobilità interna è ai minimi da dodici anni. Va anche detto che il rischio di cadere nella trappola del disagio tocca i picchi proprio tra le famiglie più numerose e con più bambini a carico. Così si fanno sempre meno bimbi. E i conti vanno a rotoli.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Dicembre 2016, 09:04
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