Isis, sul web altro documento in italiano:
"Forse scritto dal giovane arrestato ieri"
«Ho deciso di scrivere questo piccolo testo cercando di riassumere in semplice forma i criteri della validità di un Califfato secondo prove contenute nel Corano e nella Sunnah», scrive l'autore nell'introduzione al documento, reso noto dal sito Wikilao e che si conclude con l'esortazione «Che Allah ci guidi e ci faccia distinguere la Verità dalla falsità». Nella prima parte del testo l'autore - la cui identificazione certa è tuttora in corso - spiega che, affinché il Califfato sia valido, non serve «il consenso dei sapienti» o della «maggioranza dei Musulmani», ma vi deve essere un organo (chiamato Ahlul-Halli wal-'Aqd) «che abbia un potere reale sul territorio e che dichiari la Bay'a (la dichiarazione di alleanza - ndr) al Califfo».
Nel caso dello Stato Islamico, afferma 'Mehdi', ciò è avvenuto perché al-Baghdadi «ha ricevuto la Bay'a da questo organo, che effettivamente controlla una determinata area geografica (più di 300mila km quadrati) e che realmente riesce a difendersi dagli attacchi esterni». Quindi, «i sapienti in giro per il pianeta non hanno peso sulla validità di questo Califfato perché (...) non controllano nessun territorio nell'Iraq e nello Sham e non possiedono un esercito per controllare i confini di tale area». Inoltre, scrive 'Mehdi', «lo Stato Islamico con a capo lo Sheykh Abu Bakr al-Baghdadi non è invalidato se i suoi nemici sono più forti o se sono in maggior numero. Non importa» se combatte contro una coalizione di «quasi 80 Nazioni».
«Non importa se gli USA hanno forze aeree molto evolute e lo Stato non ne ha di eguale tecnologia». Anzi: «fa proprio parte della Sunnah di Allah che i Musulmani siano sempre più deboli negli armamenti e i più piccoli in numero ma i vittoriosi nelle battaglie». Nel documento si sostiene, fra l'altro, che «un esercito Islamico non è mai stato e non sarà mai perfetto» e che perfino quello di Maometto aveva «tra le sue fila ipocriti e peccatori». E dunque, «tali imperfezioni non annullano l'autorità del Califfo o il suo Jihad». Anche nell'esercito di al-Baghdadi «c'è gente che sbaglia e questo non lo negano neanche loro stessi (...) dato che più volte sono state pubblicate foto e video di Mujahidin dello Stato Islamico puniti dalla polizia Islamica dopo una decisione del tribunale per una qualche ingiustizia nei confronti dei cittadini, per esempio, o per il non rispetto della Shari'a». E a sostegno di queste parole vengono pubblicate nel documento alcune fotografie, con relative didascalie: nella prima il taglio di una mano di un 'mujahid', «dopo aver accertato che aveva rubato»; nella seconda «l'esecuzione, crocifissione ed esposizione di un Mujahid dello Stato Islamico per takfir ingiusto nei confronti dei Musulmani e per aver rubato soldi a nome dello Stato»; nella terza «l'esecuzione di un Mujahid dello Stato Islamico da parte della polizia Islamica per aver ucciso ingiustamente un cittadino Musulmano».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Marzo 2015, 11:32
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