Regeni, parla l'amico che era al Cairo con lui.
Tutte le bugie e i depistaggi della polizia egiziana

Giulio Regeni, parla l'amico. Tutte le bugie e i depistaggi egiziani
Una storia misteriosa, che continua a prendere davvero le sembianze del complotto. L’omicidio di Giulio Regeni, il giovane italiano ucciso al Cairo, è diventato un mistero.

Secondo quanto afferma il quotidiano La Repubblica, subito dopo il delitto sono iniziati i depistaggi su movente, mandanti ed esecutori, con la polizia egiziana al lavoro per confondere le acque, le persone vicine a Regeni interrogate in segreto, l’ambasciatore e il governo italiano tenuti all’oscuro; e infine, un altro particolare macabro, e cioè che la polizia del Cairo conosceva Giulio e lo aveva cercato nella sua casa senza trovarlo, già a dicembre.

C’è il caso, ad esempio, di un amico di Regeni, un ragazzo italiano tornato in Italia l’8 febbraio, e interrogato dalla polizia egiziana poche ore dopo il ritrovamento del cadavere (di cui era ignaro). “Mi convocarono per farmi alcune domande, mi interrogarono in sei o sette, non c’erano magistrati. Iniziarono a chiedermi di Giulio, dei suoi studi, delle sue relazioni e se facesse uso di droghe”. 

Tutto all’oscuro dell’ambasciatore italiano. Perché? Forse per occultare il vero movente della sua morte? Il giovane amico racconta ancora: “L’11 dicembre eravamo in un’assemblea al Cairo convocata da una Ong. Si occupava dei diritti dei lavoratori per riunire i sindacati indipendenti, in discussione c’era la legge sul pubblico impiego e le libertà sindacali. Giulio cercava materiale per la sua ricerca, ma ci accorgemmo che una ragazza egiziana, con un telefonino, lo stava fotografando. Pensammo che potessero esserci informatori dei servizi segreti”.

Poi la scomparsa, avvenuta dopo il 25 gennaio, anniversario di piazza Tahrir, quando la polizia poteva arrivare a fermare chiunque, e la paura di spie straniere è dietro l’angolo. Secondo gli esami effettuati in Italia sul corpo di Giulio, i medici non avrebbero refertato molte delle lesioni inflitte, comprese una decina di fratture. Il referto egiziano è completamente diverso dalla versione italiana. Un mistero che continuerà ancora a lungo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:54
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