Pordenone, sotto torchio la fidanzata di Giosuè:
lei si avvale della facoltà di non rispondere

Pordenone, sotto torchio la fidanzata di Giosuè
PORDENONE - Doveva essere la giornata dell' interrogatorio della fidanzata di Giosuè Ruotolo e invece è finita per essere quella dell'analisi, messaggio per messaggio, della corrispondenza telefonica e delle chat sui social tra la studentessa di Somma Vesuviana (Napoli) e il fidanzato, indagato per il duplice omicidio del palasport di Pordenone. Rosaria Patrone è arrivata puntuale alle 10 in Procura e dopo un'oretta di anticamera sono entrati i Pm. Era chiamata a rispondere di istigazione, favoreggiamento e false attestazioni.


Com'era sembrato chiaro fin dalla vigilia, per i primi due capi di imputazione la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere: dopo venti ore di audizioni come persona informata sui fatti, i legali che la seguono hanno ritenuto troppo alto il rischio di entrare in contraddizione, avendo fornito già spontaneamente un'enorme mole di informazioni. L'indagata ha invece provato a chiarire le discrepanze con la versione fornita da un'amica circa dichiarazioni rilasciate nelle scorse settimane agli inquirenti. Ha affermato di essere caduta in errore a causa di un profilo social che pensava ormai essere in disuso e ha riconosciuto di essersi sbagliata: «Pensiamo abbia chiarito la propria posizione», ha detto in proposito il difensore Costantino Catapano. In realtà, secondo quanto trapela da Palazzo di Giustizia, sarebbero ben più interessanti del previsto le prime risultanze degli accertamenti sui dispositivi cui l'indagata ha concesso la propria autorizzazione e che si sono protratti per oltre cinque ore. I tecnici informatici dei Ros hanno scandagliato, grazie all'ausilio della ragazza, che ha fornito tutte le chiavi di accesso agli apparati e ai profili, svariate conversazioni che hanno riguardato i due fidanzanti campani, ma anche altre amicizie e conoscenze.

Materiale giudicato particolarmente significativo e che entrerà a far parte del dossier di migliaia di pagine a disposizione dei sostituti Campagnaro e Vallerin titolari dell'inchiesta. Adesso si entra nella fase cruciale. Trascorse le festività natalizie, i magistrati dovranno decidere se dare l'affondo decisivo e presentare al Gip richiesta di arresto per Ruotolo. Paradossalmente, sarebbe questa, al momento, l'unica possibilità per accedere agli atti secretati dell'indagine da parte del difensore del Caporalmaggiore ed ex coinquilino di una delle vittime, l'avvocato vicentino Roberto Rigoni Stern. La partita finale si potrebbe dunque giocare entro la fine di un 2015 segnato, a Pordenone, dal delitto di Teresa Costanza e Trifone Ragone, ma anche da altri due duplici omicidi che hanno trasformato il volto della fino a pochi mesi fa tranquilla cittadina friulana.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Dicembre 2015, 13:54
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