"Assolvete Schettino, piaccia o no alla gente.
Non ha mai abbandonato la nave, tutto falso" -Foto/Video

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«Non c'è prova che Schettino abbia abbandonato la Costa Concordia, anzi esiste la prova contraria, e cioè che lui si adoperò per aiutare i 40 passeggeri su una lancia, per non farli morire mentre la nave si abbatté di 90 gradi andando quasi a schiacciare» il mezzo di salvataggio. Lo ha detto nell'arringa il difensore di Francesco Schettino, avvocato Saverio Senese di Napoli, criticando la sentenza di primo grado nel processo di appello in corso a Firenze.
 
 


Anche oggi Schettino è assente in aula mentre prosegue la discussione dei suoi difensori. «C'è stato un atteggiamento di chiusura verso l'imputato», e «l'accusa di abbandono della nave è un aspetto scandaloso di come è stata enfatizzata la vicenda», ha anche detto l'avvocato Senese. «Schettino fece tutto quello che poteva fare e andava fatto», «la nave avrebbe schiacciato tutti», «Schettino si gettò sul tetto di una lancia e lui stesso la sganciò dalla Concordia in tempo per allontanarsi» dal ribaltamento del transatlantico che si stava girando su un lato.

«Schettino non commise il reato di abbandono - ha aggiunto l'avvocato - Ci sono tre testimoni che hanno dichiarato che sul fianco sinistro non c'era più nessuno». Sempre criticando la sentenza, l'avvocato Senese ha parlato di «gravissimi errori», come quando Schettino viene accusato di non aver né visto né udito gli urli di richiamo di una parte di passeggeri rimasti ancora a bordo. «E quando Schettino salì al ponte 11 - ha spiegato Senese - usò una scala interna da cui non si può vedere la gente al ponte 4 sul lato sinistro». «Inoltre il vento soffiava su una fiancata della nave e - ha anche detto - quindi Schettino non poteva sentire le voci».

"ASSOLVERE SCHETTINO, CHE PIACCIA O NO ALLA GENTE" «Voi lo dovete assolvere, piaccia o no all'opinione pubblica», «non ci sono prove che Francesco Schettino sia colpevole. Intorno a lui è stato costruito un mostro che non c'è». Anche in questo modo la difesa di Francesco Schettino ha chiesto l'assoluzione al processo di appello di Firenze. «Non è temerario chiedere l'assoluzione», ha detto l'avvocato Saverio Senese, mentre «è illegittimo usare come prova contro di lui le frasi, i percorsi intimi, i moti interiori» espressi nelle ore successive all'incidente «di un uomo che si sentiva responsabile perché comandante della nave». «Non si può condannare Schettino per le sue frasi, per le sue debolezze di uomo» ha anche detto l'avvocato difensore, sottolineando che «in quei momenti Schettino si sentiva responsabile come comandante della nave, non si capacitava di ciò che era accaduto».

«La prova deve essere concreta - ha rimarcato l'avvocato Senese - invece viene usato anche il colloquio che ebbe in una stanza della caserma di Orbetello con Ciro Ambrosio. Questo colloquio non ha valore probatorio. Per ore Schettino aveva fatto da parafulmine, aveva concentrato su di sé le notizie che arrivavano da tutti». Il difensore ha attaccato la sentenza del tribunale di Grosseto parlando di «travisamenti mostruosi» e «omissioni» dei primi giudici. «Costa Crociere - ha detto sempre la difesa - ha piacere che tutte le colpe siano di Schettino».

DIFESA CHIEDE RIAPERTURA PROCESSO
«Chiedo ai giudici di disporre la rinnovazione del dibattimento»: così durante l'arringa l'avvocato Saverio Senese, difensore di Francesco Schettino, ha ribadito in aula una delle richieste fatte nel ricorso in secondo grado per approfondire aspetti della vicenda del naufragio della Costa Concordia, anche sentendo altre persone e acquisendo nuove prove. In particolare, durante un passaggio nell'udienza in corso oggi, l'avvocato Senese ha fatto riferimento ad una istanza che la difesa ha presentato alla procura generale per disporre il sequestro di 30 documenti presso la Compagnia Costa Crociere.

«Voi avete il potere - ha detto l'avvocato - di acquisire quei documenti, noi no. Non c'è parità tra accusa e difesa, l'accusa ha disposizione tutti i mezzi possibili, io solo un computer e la segretaria. Perciò quando il cliente non ha disponibilità economiche, non posso avvalermi di consulenti». Durante l'arringa Senese ha difeso Schettino sotto vari punti, sostenendo che, tra le accuse all'ex comandante della nave, «aver ritardato il dare l'allarme generale fu una scelta sapiente» e che «gli otto errori scientificamente dimostrati del timoniere indonesiano non sono stati valutati adeguatamente, pertanto è necessario disporre una perizia». I vari atti però possono eventualmente essere attuati nel processo di secondo grado solo se i giudici di appello anzichè procedere alla sentenza decideranno nelle prossime udienze di riaprire il dibattimento.


LA DIFESA: "CONDANNA INACCETTABILE" «Non è accettabile che in un mondo civile si pensi ad una pena così», «quasi un ergastolo»: lo ha detto l'avvocato Saverio Senese, difensore di Francesco Schettino, concludendo la sua arringa e facendo riferimento alla richiesta della procura generale di 27 anni di condanna per Schettino (in primo grado l'ex comandante della Costa Concordia è stato condannato a 16 anni e un mese). «Signori giudici assolvete Francesco Schettino perchè non causò il naufragio - ha detto l'avvocato Senese - Le sue condotte non hanno nessun coordinamento, nessun effetto per i morti, per i feriti che ci furono», «Schettino non scappò», «Schettino non abbandonò la nave».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Maggio 2016, 16:38
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