Confiscato il patrimonio ai nomadi grazie alla normativa antimafia
di Elena Viotto
L’INDAGINE. Dopo un anno di attività di indagine congiunta che aveva fatto emergere un tenore e uno stile di vita elevato, ritenuto dagli inquirenti del tutto sproporzionato rispetto alla loro minima capacità reddituale, il Procuratore aggiunto Raffaele Tito aveva chiesto e ottenuto dal Tribunale la misura ablatoria che aveva portato al sequestro. Era stata la prima applicazione della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali (estesa dal 2011 a tutti i soggetti stabilmente dediti ad attività criminali) adottata dal Tribunale di Udine. Assunta la prima decisione in camera di consiglio in luglio, i giudici avevano fissato un’udienza per la discussione del caso nel merito.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Gennaio 2017, 21:57
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