Confiscato il patrimonio ai nomadi grazie alla normativa antimafia

Confiscato il patrimonio ai nomadi grazie alla normativa antimafia

di Elena Viotto
UDINE - Si è trasformata in buona parte da sequestro a confisca la prima misura di prevenzione patrimoniale che era stata eseguita nei mesi scorsi da un team interforze di personale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri su delega della Procura di Udine sul patrimonio di cinque soggetti di etnia nomade, tre uomini e due donne, residenti a Udine e provincia, di età compresa tra i 32 e i 38 anni. Il Tribunale di Udine, nel collegio presieduto da Angelica Di Silvestre, a latere Roberto Pecile e Luca Carboni, ha disposto la confisca di 6 delle 7 auto sequestrate allora e di 2 dei 3 immobili su cui erano stati apposti i sigilli. Il Tribunale ha applicato anche tre misure di prevenzione della sorveglianza speciale sulle quattro richieste dalla Procura.

L’INDAGINE. Dopo un anno di attività di indagine congiunta che aveva fatto emergere un tenore e uno stile di vita elevato, ritenuto dagli inquirenti del tutto sproporzionato rispetto alla loro minima capacità reddituale, il Procuratore aggiunto Raffaele Tito aveva chiesto e ottenuto dal Tribunale la misura ablatoria che aveva portato al sequestro. Era stata la prima applicazione della normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali (estesa dal 2011 a tutti i soggetti stabilmente dediti ad attività criminali) adottata dal Tribunale di Udine. Assunta la prima decisione in camera di consiglio in luglio, i giudici avevano fissato un’udienza per la discussione del caso nel merito.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Gennaio 2017, 21:57
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