Il clan del pizzo nascondeva l'arsenale
al cimitero: decine di arresti a Bari

Il clan del pizzo nascondeva l'arsenale ​al cimitero: decine di arresti a Bari

di Valeria Arnaldi
ROMA - Pistole, proiettili e perfino una bomba a mano, nascoste dietro la lapide di un professore, deceduto nel 1962.





Hanno scelto la tranquillità - e gli scarsi controlli - del cimitero per nascondere un intero arsenale tra armi e munizioni, gli esponenti del clan barese Strisciuglio, ieri colpito dalle forze dell'ordine, con circa quaranta arresti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari di Bari. Nel corso dell'operazione, sono stati ricostruiti anni di attività del clan mafioso, a partire dal pizzo.



Gli imprenditori della zona, di cantiere in cantiere, erano costretti a pagarlo ben due volte, al clan Di Cosola - 62 arresti lo scorso aprile - e, appunto, agli Strisciuglio. E se i cantieri erano l'interesse primario, ad essere documentate sono state anche le infiltrazioni nella tifoseria del Bari calcio, con tentativo di penetrare pure all'interno dello Stadio San Nicola, in particolare in caso di concerti di artisti di fama nazionale, come Vasco Rossi.



I clan organizzavano una sorta di “Piazza Affari” per decidere la politica criminale ed economica, discutere dell'approvvigionamento e dello spaccio di droga, sui contatti e sulle affiliazioni. Queste ultime venivano effettuate, mutuando le dinamiche dei riti di affiliazioni della camorra campana, con padrini e ragazzi presentati ufficialmente a tutti i membri del clan. Da questa sorta di battesimo criminale prendeva il via la carriera dei nuovi membri. Massimo grado: l'autorizzazione a fondare un proprio clan.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2015, 12:07
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