Quando oltre all'adozione è la logica a essere incrociata

Quando oltre all'adozione è la logica a essere incrociata

di ​Carlo Ioppoli
- Avvocato - Presidente ANFI – Ass.ne Avvocati Familiaristi Italiani – www.associazionefamiliaristi.org -

La sentenza del Tribunale per i Minorenni di Roma che ha stabilito "l'adozione incrociata" ad una coppia di donne non ha suscitato in me alcuna meraviglia. Si tratta, infatti, di un orientamento che da tempo il Tribunale per i Minori di Roma, a torto o a ragione, segue senza il minimo dubbio. Il dubbio, invece,  è in me sorto leggendo le dichiarazioni trionfalistiche, a commento del provvedimento del Tribunale per i Minorenni, dell'avvocata componente del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno. Sostiene infatti quest'ultima che per effetto di questa sentenza "ognuna delle minori ha un genitore biologico ed un genitore sociale,entrambi con piena e pari capacità e responsabilità genitoriale."

Leggi la sentenza del tribunale di Roma

Le mie perplessità sorgono dal fatto che per le coppie omosessuali tale sentenza prevede la coesistenza di un genitore biologico e di uno sociale, con pari diritti e doveri, ma una simile forma di tutela, ad oggi, non viene garantita alle "normali" coppie separate ed ai loro nuovi partner. Mi rendo conto che per la coppia omosessuale  la presenza di un genitore biologico  e di un  genitore sociale è resa possibile dal meccanismo dell’adozione, ma è indubbio che il provvedimento del Tribunale per i Minorenni crea, all’atto pratico, una forte discriminazione: come è noto, il genitore sociale, ovvero il cd. terzo genitore, nuovo compagno in una coppia separata, che si occupa di un bambino, quasi e forse anche di più di quello biologico separato, per le istituzioni è praticamente inesistente, invisibile, non si sa bene che ruolo abbia.

Se il vero genitore sparisce non c’è conflitto tra le due figure, ma nel caso che i due, genitore biologico e acquisito, coesistano, nel ragazzo nasce un conflitto di lealtà nei confronti del vero genitore.
Conseguenza, questa, che nasce proprio dall’ambiguità del ruolo del cosiddetto terzo genitore, ruolo che resta  non definito sia sul piano psicologico che sociale, ma soprattutto sul piano normativo. Non siamo abituati alla compresenza di due diverse figure genitoriali, tant’è che le ricerche sul problema sono quasi tutte made in Usa.
Ma è necessario ed urgente che tale realtà sociale venga normata, disciplinata, nell’interesse non tanto e non solo del compagno dell’uno o dell’altro genitore, ma sopratutto nell’interesse del minore. Proprio considerando l’interesse del minore è necessario che venga stabilito uno stato giuridico del cosiddetto terzo genitore o genitore sociale, naturalmente salvaguardando il genitore biologico. Che non deve però essere presente solo dal punto di vista normativo, ma anche sociale, affettivo ed effettivo.

Non dimentichiamo che per il minore genitore è colui che gli sta vicino, lo aiuta, lo educa e gli fa da sostegno nella vita.  La Francia è uno dei Paesi europei che si prepara a riconoscere uno stato giuridico al “terzo genitore”. L’Italia non ha seguito, almeno ad oggi, questa la strada; da noi si preferisce e si è preferito occuparsi soprattutto dei genitori più che dei figli, e, con quest’ultima sentenza, al massimo dei genitori e dei figli delle coppie omosessuali, tralasciando tutti gli altri. Mi pare, pertanto, che se un vero e autentico progresso debba esserci nella società oltre che nelle coscienze, tale progresso debba essere portatore di tutele per tutti, nell'interesse dei bambini.

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Marzo 2016, 18:29
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