Volkswagen, tonfo in Borsa: -20%.
"11 milioni di auto con software truccato"

Volkswagen,tonfo in Borsa: -20%. La Francia chiede un'inchiesta. "11 milioni di auto con il software truccato"
Bufera sulla Volkswagen per lo scandalo dei falsi test anti-smog. Dopo il crollo di ieri titoli scivolano ancora alla borsa di Francoforte.



Il gigante di Wolfsburg - la più grande società tedesca che fattura 200 miliardi di euro e dà lavoro a 600 mila dipendenti in tutto il mondo - ha ricevuto un’accusa pesantissima dall’Epa, l'agenzia per l’ambiente Usa, che si occupa della salute e della sicurezza dei cittadini. Volkswagen avrebbe deliberatamente progettato alcune vetture per aggirare le normative antinquinamento sui motori diesel per poi venderle sul mercato nord americano. Una procedura che, oltre a frodare i consumatori, potrebbe nuocere alla salute. La società sarebbe poi anche al centro di un'indagine penale negli Usa per lo violazione delle norme anti smog.



La notizia ieri ha affondato il titolo Volkswagen, letteralmente crollato alla borsa di Francoforte: a fine giornata le azioni ordinarie della casa tedesca hanno perso il 17,14% a 133,7 euro, mandando in fumo quasi 13 miliardi di capitalizzazione. Un tracollo che continua ancora oggi: in avvio le azioni perdono un altro 3%.



Tonfo in Borsa. Amplia il calo Volkswagen sul listino di Francoforte, dove le azioni ordinarie crollano lasciando sul campo il 20% a 106,8 euro. Il Gruppo di Wolfsburg (Germania) ha annunciato accantonamenti per 6,5 miliardi di euro per fronteggiare lo scandalo



Anche la Francia intanto chiede una indagine «a livello europeo». Ad affermarlo è il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin. Per «rassicurare i cittadini» ha aggiunto Sapin parlando alla radio Europe1, sarà «necessario» condurre controlli anche sugli altri costruttori europei.




Il numero uno operativo dell’azienda Martin Winterkorn ieri ha parlato attraverso un comunicato: non ha ammesso pubblicamente la frode, ma ha dichiarato di guardare con grande attenzione alle accuse, ha nominato una commissione d’indagine esterna e si è messo a disposizione di Washington per chiarire il più rapidamente possibile e nel modo più chiaro l’accaduto. Poi si è scusato con i clienti.



Sono state intanto bloccate le vendite sul mercato Nord Americano delle vetture incriminate, sia di quelle nuove che di quelle usate.



Secondo l’accusa i progettisti di Wolfsburg avrebbero messo a punto un software della centralina del propulsore che in condizione di utilizzo normale eludeva i limiti di emissioni che tornavano operativi durante le procedure di omologazione o di controllo. La cosa è particolarmente grave poiché gli americani sono da sempre scettici sul motore a gasolio proprio per i problemi di emissioni e Volkswagen voleva utilizzare questo motore per penetrare il mercato Usa dove non ha mai avuto un ruolo primario.



In Germania ora si teme che il caso possa coinvolgere l’intera industria tedesca che ha sempre fatto del diesel un suo asset privilegiato. E sono subito arrivate numerose richieste di dimissioni per Winterkorn. Intanto l'indignazione è generale e la Casa Bianca si dice «abbastanza preoccupata».



Un calcolo teorico - in base alla cifre disponibili - porta infine il giornale tedesco Spiegel on line a concludere che Vw potrebbe essere chiamata a pagare fino a 18 miliardi di dollari di sanzioni (se si seguisse il criterio di dover versare 37.500 dollari per ogni auto venduta). La collaborazione mostrata da Winterkorn dovrebbe però ridurre di molto l'importo: secondo alcuni analisti Vw potrebbe essere chiamata a pagare non più di 1 miliardo di dollari.



Circa 11 milioni di auto in tutto il mondo sono interessate dal software sulle emissioni-truffa. Lo ha

comunicato la Volkswagen.



Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti oggi interpella sull'accaduto, sia il KBA, Kraftfahrt-Bundesamt, soggetto terzo, il maggiore omologatore delle auto in questione, sia il costruttore. Lo riferisce una nota del Mit che esprime «preoccupazione per l'accaduto».



In caso di dati alterati anche in Italia valutare lo stop delle vendite e il ritiro delle vetture. È quanto chiede il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti nella lettera indirizzata all'amministratore delegato e direttore generale di Volkswagen Group Italia Massimo Nordio.
Il ministro chiede informazioni sulle vetture vendute nel mercato italiano dalla nota casa automobilistica, dopo le indagini condotte dall'Agenzia federale Usa sulle difformità tra i valori emissivi dei veicoli diesel immessi sul mercato statunitense e quelli prodotti effettivamente su strada.





Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2015, 16:23