Trump, scontro con giustizia e con lo Yemen. Poi appoggia la Turchia di Erdogan

Trump, scontro con giustizia e con lo Yemen. Poi appoggia la Turchia di Erdogan
Sono ore molto delicate per l'amministrazione Trump negli Stati Uniti. Il neo-presidente è infatti alle prese con i ricorsi legali contro il suo 'muslim ban', il bando che vieta l'ingresso a persone provenienti, o che in passato hanno soggiornato, in alcuni paesi islamici considerati a rischio. 

ATTESA SENTENZA SUL BANDO «Prenderemo una decisione il prima possibile»: così i giudici della Corte d'appello federale di San Francisco hanno chiuso l'udienza sul bando sui musulmani varato da Donald Trump. Il legale dell'accusa ha concluso affermando che il presidente degli Stati Uniti non ha agito in accordo con il Congresso, mentre l'avvocato del Dipartimento di Giustizia ha auspicato che la sentenza non dipenda da quanto scritto sui giornali.

LO YEMEN VIETA I RAID USA Schiaffo dello Yemen all'amministrazione Trump: il governo ha ritirato agli Stati Uniti il permesso per compiere missioni antiterrorismo nel Paese impiegando sul terreno truppe delle forze speciali. Lo riporta il New York Times, secondo cui la decisione è una razione al raid ordinato il mese scorso dalla Casa Bianca in cui sono rimasti uccisi alcuni civili, tra cui bambini. Nella operazione è morto anche un navy seal. Lo Yemen è anche uno dei sette paesi colpiti dal bando sui musulmani del presidente Usa. Nonostante diverse immagini, alcune delle quali orribili, che mostrano i bambini uccisi durante il primo raid dell'era Trump, la Casa Bianca ha continuato in questi giorni a parlare di un «successo». Ora la decisione delle autorità yemenite rappresenta un deciso passo indietro per la strategia del nuovo presidente Usa, che è quella di un'azione più aggressiva nei confronti dei gruppi del terrorismo islamico come l'Isis e al-Qaida. Uno degli aspetti da chiarire - ricorda il Nyt - è poi capire se il Pentagono abbia ricevuto da Trump maggiore autonomia nel selezionare e compiere le sue missioni antiterrorismo. Una richiesta che durante l'amministrazione Obama era stata più volte respinta dalla Casa Bianca. Mentre Trump ha più volte sostenuto la necessità di dare di più carta bianca a Pentagono ed esercito.
 


A ERDOGAN: "TURCHIA ALLEATO PREZIOSO" Appoggio alla Turchia, «alleato strategico ed alleato Nato» è stato espresso dal presidente americano Donald Trump nel corso di una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Trump e Erdogan hanno avuto occasione di discutere della «relazioni bilaterali di lunga data» e «dell'impegno condiviso a combattere il terrorismo in ogni sua forma», stando ad un comunicato della Casa Bianca. Trump ha salutato il «contributo di Ankara alla campagna anti-Is». A luglio, durante la sua campagna elettorale, Trump aveva detto di non voler criticare la Turchia per l'ondata repressiva voluta dalle autorità dopo il tentativo di golpe «perché gli Stati Uniti devono risolvere i propri problemi» prima di dar lezione ad altri paesi. 

RAJOY SI OFFRE COME MEDIATORE Il capo del governo spagnolo, Mariano Rajoy, si è offerto nel corso di una conversazione telefonica con il presidente americano Donald Trump come interlocutore degli Stati Uniti in Europa ed America Latina. Rajoy, riferisce l'esecutivo spagnolo, ha spiegato al leader della Casa Bianca che «la Spagna, con un governo stabile e con un'economia che cresce di oltre il 3% è nelle migliori condizioni per essere un interlocutore degli Stati Uniti in Europa, America Latina e anche NordAfrica e Medio Oriente», rende noto il governo spagnolo in un comunicato. La Casa Bianca dal canto suo ha reso noto che nel corso del colloquio sono state discusse priorità condivise, «tra queste gli sforzi per eliminare l'Is».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Febbraio 2017, 08:54
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