Davide Romagnoni, leader dei Vallanzaska,
detenuto in Egitto per 35 ore: ho pensato di morire

Davide Romagnoni, leader dei Vallanzaska, detenuto in Egitto per 35 ore: ho pensato di morire
«Quando ho letto che Giulio Regeni era scomparso ho istintivamente fatto un paragone con la mia vicenda. Ho pensato: a me è andata bene e a lui no». Davide Romagnoni, 44 anni, milanese, racconta a Radio Popolare le 35 ore passate fra tre celle in Egitto, senza cibo né acqua né bagni. E senza spiegazioni, se non in arabo. Incarcerato 5 mesi fa dalla polizia egiziana per aver scattato (qualche giorno dopo l'abbattimento di un aereo russo) una foto all'aeroporto di Sharm El Sheikh, è stato poi espulso.
 


«Ho vissuto 35 ore di costante paura, senza sapere cosa sarebbe successo un'ora dopo, se mi avrebbero interrogato o torturato. Mi aspettavo di tutto, la mia storia non c'entra nulla con quella di Regeni ma posso dire che ho pensato davvero di morire», ha detto all'Ansa Romagnoni, milanese, fondatore e leader del gruppo ska Vallanzaska, che ha vissuto quasi due giorni «in un girone infernale e kafkiano» nelle carceri egiziane.

«Ero incredulo: ho fatto una foto e ho sbagliato? Senz'altro, ma poi sono finito in una situazione dove non avevo più potere di niente.
Dovevo sopravvivere nel senso di non impazzire, ero l'unico occidentale in una cella minuscola con altre 36 persone. È finita bene, ma tra manette, interrogatori, trasferimenti su blindati e un processo farsa, davvero ho avuto paura». Prima di scarcerarlo, «alle 4 del mattino, in un buio pesto, in mezzo al deserto e senza documenti», gli hanno chiesto di dimostrare che fosse davvero un musicista: «Non si fidavano e mi hanno dato una chitarra: ho suonato Three little birds di Bob Marley e poi mi hanno lasciato andare».

Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Aprile 2016, 19:43
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