Occupò una cappella e rimase seminuda,
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Occupò una cappella e rimase seminuda, nei guai la portavoce di Podemos

di Enrico Chillè
Oggi è la portavoce dell'amministrazione comunale e con i suoi 26 anni è una delle giovani promesse della politica del paese. Nel 2011, quando aveva appena compiuto 22 anni, però, si rese protagonista, insieme ad un folto gruppo di manifestanti, dell'occupazione di una cappella all'interno della facoltà di Scienze politiche dell'università Complutense di Madrid.

Per questo motivo Rita Maestre, esponente di Podemos e Ahora Madrid, rischia di essere condannata a un anno di carcere e all'interdizione dai pubblici uffici. L'affascinante politica spagnola, all'epoca, era una studentessa di Scienze politiche presso l'ateneo madrileno e aveva anche conseguito un master all'università di Bologna. Alcuni studenti avevano deciso di occupare la cappella per ribadire la laicità dello Stato spagnolo ed opporsi all'ingerenza della Chiesa cattolica. La protesta, però, degenerò: c'era chi aveva immagini di Papa Benedetto XVI con la svastica, chi urlava 'Bruceremo la Conferenza Episcopale' e alcune ragazze sono rimaste seminude davanti al cappellano, mostrando sui loro corpi scritte offensive.





Tra queste c'era anche Rita, che oggi riveste un incarico pubblico e rischia di imbarazzare Podemos. Il movimento politico degli 'Indignados', infatti, aveva sempre stabilito, tra le primissime regole, la necessità di un passo indietro per gli eletti finiti sotto indagine della magistratura. Rita, invece, è entrata nel movimento già da indagata e ora è stato decretato il rinvio a giudizio, previsto per il prossimo 18 febbraio. La vicenda ha messo leggermente in difficoltà il leader di Podemos, Pablo Iglesias: «Quei ragazzi sbagliarono quel giorno, ma Rita non dovrebbe dimettersi». Il sindaco di Madrid, Manuela Carmena, però, la difende a spada tratta: «Quella regola non può valere, Rita è una brava ragazza che rischia di essere condannata per un reato d'opinione. Non stiamo parlando di corruzione e malaffare, semplicemente di libertà d'espressione».

La diretta interessata, intanto, si è difesa così: «Ho il massimo rispetto e la massima fiducia nella giustizia, questo processo ormai si prolunga da quattro anni. Non ho mai negato di aver partecipato a quella manifestazione, ma l'ho fatto in maniera pacifica e mai minacciosa, per ribadire la laicità dello Stato e la separazione con la Chiesa. Mi dispiace di aver offeso la sensibilità di qualcuno, rispetto il sentimento religioso, ma gli edifici pubblici vanno sfruttati diversamente. Volevamo cambiare quella situazione: gli ambienti di un edificio accademico devono essere utilizzati per fini adeguati. Ho intenzione di continuare il mio impegno istituzionale con responsabilità e impegno, e sarò a totale disposizione della magistratura per affrettare la chiusura di questo lunghissimo processo». Lo riporta El Pais.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Gennaio 2016, 21:47
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