Caos Iraq, cristiani in fuga dal massacro
Jihadisti verso Baghdad, rischio colpo di stato

Caos Iraq, cristiani in fuga dal massacro Jihadisti verso Baghdad, rischio colpo di stato
Il premier iracheno Nuri al Maliki ha annunciato di voler sporgere denuncia contro il presidente Fuad Masum per avere violato la Costituzione. «Oggi presenterò una denuncia alla Corte federale contro il presidente», ha detto Maliki alla tv di Stato.



Il rappresentante dell'Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov, ha allora invitato il primo ministro a «rispettare le responsabilità costituzionali del presidente della Repubblica».



Intanto anche gli Stati Uniti ribadiscono il proprio appoggio al presidente iracheno, Fuad Masum. «Sostegno pieno al presidente iracheno Fuad Masum - afferma il segretario di stato aggiunto, Brett McGurk - come garante della Costituzione e uno dei candidati al posto del premier» al Maliki «che possa creare un consenso nazionale».




Forze sicurezza a Baghdad. Un enorme dispiegamento delle forze di sicurezza irachene - polizia, esercito e unità antiterrorismo - è stato schierato intorno alla "zona verde" di Baghdad, l'area fortificata dove hanno sede molti uffici governativi e diverse ambasciate. Lo riferiscono fonti delle forze della sicurezza.



Lo spiegamento di forze ha avuto inizio verso le 20.30 ora italiana, 90 minuti prima che il primo ministro annunciasse alla televisione di Stato l'intenzione di denunciare il presidente Fuad Masum per aver violato la Costituzione. Queste misure di sicurezza «sono molto insolite - ha dichiarato un alto responsabile della polizia irachena - e assomigliano a quelle che si impongono in situazioni di emergenza».



«Numerose strade - ha aggiunto un funzionario del ministero dell' Interno - sono state chiuse, come pure numerosi punti sensibili. Tutto è legato alla situazione politica. Oggi presenterò una denuncia alla Corte federale contro il presidente», ha detto Maliki alla tv di Stato in una dichiarazione a sorpresa trasmessa a mezzanotte (le 22 in Italia) dalla tv di Stato.




«Il presidente iracheno Fuad Masum lascerà il Parlamento nominare un primo ministro che formi un governo inclusivo accettabile da tutte le componenti della società»: lo ha detto l'inviato dell'Onu a Baghdad, Nicolay Mladenov, citato dall'agenzia Nina, mentre aumentano le pressioni sul premier Nuri al Maliki perché si faccia da parte.



Inviato Onu: no colpi di mano a Baghdad.
«Le forze di sicurezza devono astenersi da interferenze nel processo politico democratico dell'Iraq» ha detto Mladenov.



Mogherini: no a intervento armato, ma aiuto militare al governo curdo.

«Stiamo valutando - ha detto oggi il ministro degli Esteri Federica Mogherini - insieme ai principali partner europei forme più efficaci per fermare lo stato islamico: non si tratta di un intervento militare ma di un sostegno, anche militare, al governo curdo».



Corte federale dà ragione a Maliki contro Masum

La Corte federale irachena ha riconosciuto che il partito del premier Nuri al Maliki, lo Stato del Diritto, è il vincitore delle ultime elezioni, e quindi lo stesso Maliki può ottenere nuovamente l'incarico. Lo scrive l'agenzia Nina. Maliki aveva fatto appello contro i ritardi del presidente Fuad Masum nel dargli l'incarico.



Corte suprema spiana la strada a conferma Maliki La Corte suprema federale irachena spiana la strada alla conferma all'incarico di premier dello sciita Nuri al-Maliki che punta a ottenere il terzo mandato. La Corte, ha riferito la tv al-Iraqiya come riporta l'agenzia di stampa Dpa, ha confermato che lo 'Stato di dirittò, il partito di Maliki, è il «principale blocco parlamentare». La 'Coalizione dello Stato di Dirittò è risultato il primo partito alle elezioni legislative del 30 aprile scorso.



La Lega Araba accusa Jihadisti La Lega Araba condanna le violenze dello Stato islamico in Iraq, bollate come crimini contro l'umanità, in particolare ai danni delle minoranze come quella degli Yazidi nel nord e dei cristiani a Mosul.



Armi ai curdi da varie fonti I curdi iracheni «ricevono armi di varie fonti» per fermare l'avanzata dei jihadisti dello Stato islamico (Isis): lo ha detto oggi un funzionario americano al Dipartimento di Stato.



Isis conquista città di Jalawla Lo Stato islamico (Isis) si è impadronito in Iraq della città di Jalawla, nella provincia di Diyala, 130 chilometri a nord-est di Baghdad, minacciando così i confini meridionali della regione autonoma del Kurdistan.
Lo hanno riferito fondi della sicurezza, precisando che la città è caduta ieri «dopo intensi combattimenti».

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Agosto 2014, 10:39