Arrestato il killer delle suore italiane
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Arrestato il killer delle suore italiane massacrate in Burundi: "Ha confessato"
BUJUMBURA - Massacrate per un telefonino. Cos sono morte suor Lucia, suor Olga e suor Bernardetta, uccise nel loro convento alla periferia di Bujumbura, in Burundi, il paese dove le tre missionarie saveriane da sette anni dedicavano la loro vita ai pi bisognosi e per questo erano benvolute da tutti. Tutti tranne l'uomo che è stato arrestato oggi dalla polizia. «L'assassino è nelle nostre mani e ha confessato», ha annunciato il portavoce della polizia, il colonnello Helmenegilde Harimenshi. Al momento del fermo a Kamenge l'uomo, che secondo la polizia ha agito da solo, era in possesso delle chiavi del convento e del cellulare di una delle suore uccise. Particolare quest'ultimo che farebbe pensare al movente della rapina, anche se in un primo tempo la polizia aveva dichiarato che dagli alloggi delle tre religiose non era stato rubato nulla. E però l'efferatezza del delitto - nonostante la smentita ieri da parte dei saveriani, oggi la polizia ha ribadito che le tre missionarie sono state violentate prima di essere sgozzate - lascia senza risposta alcuni quesiti. Sembra da escludersi il raptus omicida: dopo aver ucciso suor Lucia e suor Olga, infatti, l'assassino ha rubato le chiavi del convento, è scappato all'arrivo della polizia ed è tornato nella notte per massacrare anche suor Bernardetta, che nel pomeriggio aveva trovato i cadaveri delle due consorelle. Almeno questo sostengono gli agenti che dopo i primi due delitti avevano setacciato il convento palmo a palmo senza trovare traccia del balordo. Ma perchè tornare sul luogo del delitto? Per rubare ancora? E perchè, in uno dei paesi più poveri dell'Africa, un assassino avrebbe dovuto prendere solo un cellulare e lasciare dei soldi che, secondo la polizia, sono rimasti negli alloggi delle suore? All'ordine dei saveriani non sanno darsi spiegazioni per questo triplice omicidio così violento. Suor Delia Guadagnini, ex Superiora regionale delle Missionarie Saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi, ha raccontato che «nel paese non abbiamo mai avuto problemi con nessuno. Non riusciamo a pensare chi abbia potuto farci del male in maniera così malvagia. È un fatto tragico e allo stesso tempo misterioso». Tanto più che tutte e tre le suore uccise, nonostante seri problemi di salute e l'età avanzata, «avevano chiesto, quasi puntando i piedi, di poter tornare in Burundi e dare la vita fino alla fine». Per questo qui, in Africa, suor Lucia, suor Olga e suor Bernardetta Olga Raschietti, saranno sepolte: per loro volontà e «perchè la gente, che hanno amato e servito, desidera che rimangono con loro», ha spiegato suor Delia Guadagnini. Le tre religiose riposeranno nel cimitero di Panzi, nei pressi della città di Bukavu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, vicino ad altri missionari che sono morti o sono stati uccisi in questa regione africana. Le prime celebrazioni funebri, scrive l'agenzia di stampa Misna, «si apriranno domani mattina alle nove a Bujumbura e le salme saranno poi trasportate a Bukavu, passando per Luvungi». In questa missione si sta preparando una lunga veglia notturna. Giovedì mattina le salme saranno trasportate a Bukavu per un ultimo incontro di preghiera, prima della sepoltura.

















UNA CARNEFICINA (di Marco Zorzo) Orrore e terrore in un’Africa che non conosce la parola pace. Stavolta la carneficina, come in un film horror, si è consumata nel convento di Kamenge, un quartiere di Bujumbura, nella parrocchia Guido Maria Conforti in Burundi.



Tre missionarie saveriane italiane sono state uccise. Massacrate, una pure decapitata. Ed è giallo su eventuali stupri: «Le suore uccise non hanno subito violenza sessuale», dicono fonti missionarie saveriane.



Suor Lucia Pulici, 75 anni, originaria di Desio (Monza), e suor Olga Raschietti, 83 anni, vicentina, sono state aggredite domenica pomeriggio. La terza missionaria, la padovana Bernardetta Boggian, 79 anni, è morta in un secondo momento, nella notte tra domenica e lunedì. Le autorità non si sbilanciano: forse il tragico esito di una rapina, hanno ipotizzato dalla diocesi di Parma.



Tuttavia il governo di Bujumbura ha precisato che il furto non sembra essere tra i motivi del crimine. Tanto che l’assassino non ha portato via nemmeno i soldi che erano sul posto. «Stiamo cercando quest’uomo che comunque è stato identificato», ha detto la polizia. È stata lanciata la caccia allo squilibrato, visto fuggire con un coltello in mano dal convento dopo l’aggressione alle prime due suore. Olga Raschietti e Lucia Pulici sono state brutalmente sgozzate, poi una è stata colpita più volte al viso con una pietra.



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Settembre 2014, 10:36
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