Volkswagen, la Ue sapeva dal 2013
dei rischi di test truccati
Una relazione tecnica del 2013 aveva dunque messo al corrente la Commissione europea della possibilità che i test sulle emissioni delle autovetture potevano essere alterati da «dispositivi» definiti «di disattivazione». Nel rapporto si parla dell'utilizzo di «dispositivi di manipolazione che possono attivare, modulare, ritardare o disattivare i sistemi di controllo delle emissioni» e migliorare di conseguenza «l'efficacia durante la prova delle emissioni». Gli autori della relazione raccomandavano quindi i test su strada dei veicoli, in quanto più efficaci contro strategie di manomissione da parte delle case automobilistiche, oltretutto rese illegali dalla Ue già dal 2007.
La portavoce dell'esecutivo comunitario Lucia Caudet ha comunque ribadito che la «Commissione non fa le veci della polizia» con le sue normative, anche se «gli Stati membri hanno comunque l'obbligo di rispettare la legislazione della Ue, tra cui il divieto esplicito sui dispositivi della frode».
Caudet ha confermato che «la Commissione era già a conoscenza del fatto che i test di laboratorio non producono letture precise per le emissioni di ossido di azoto delle automobili diesel, e che era già allo studio la piena implementazione di prove su strada, che possono escludere il rischio di falsare i test», ha concluso la portavoce.
Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Settembre 2015, 09:04