Istat: "Nel 2013 500mila posti di lavoro in meno".
Un milione di persone in più, il 7% sono straniere

Istat: "Nel 2013 500mila posti di lavoro in meno". Un milione di persone in più, il 7% sono straniere
ROMA - Nel 2013 il numero degli occupati si è ridotto a 22,420 milioni, 478mila in meno rispetto al 2012, -2,1%. È quanto risulta dall'annuario Istat: un calo che porta il tasso di occupazione per la fascia 15-64 anni al 55,6%, «molto al di sotto del dato Ue, 64,1%». Il tasso di disoccupazione sale al 12,2%, +1,5 punti. Aumenta inoltre il tasso di occupazione per i 55-64enni (da 40,4% a 42,7%) e si riduce per 15-34enni (da 18,5% a 16,3%) e 25-34enni (da 63,8% a 60,2%). Il calo degli occupati nel 2013 - indica l'annuario statistico italiano - «riguarda tutti i settori di attività ma i più colpiti sono costruzioni (-9,3%) e agricoltura (-4,2%)».



ISTRUZIONE La spesa pubblica per l'istruzione in Italia si ferma al 4,6% del Pil una percentuale che ci piazza in fondo alla classifica dei Paesi europei. Graduatoria capeggiata dalla Danimarca (7,9%), ma fanno meglio di noi anche Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo o Irlanda. È quanto emerge da una tabella riportata nell'Annuario Istat, basata su dati Ocse relativi al 2011. L'indicatore, spiega l'Istat, si riferisce a tutti i livelli d'istruzione e considera come fonti di finanziamento le spese dirette pubbliche per gli istituti scolastici e i sussidi pubblici alle famiglie.



TELEFONIA Telefono fisso addio. Dopo l'evoluzione dal disco al cordless per il vecchio telefono di casa sta arrivando il tramonto: una lenta sparizione, agevolata dalla crisi economica che erode i margini di spesa e rende superflue molte cose. Così a detenere un telefono fisso sono, nel 2013, il 64% delle famiglie italiane contro il 72,8 % del 2009. È l'Annuario dell'Istat a fotografare la situazione. Contemporaneamente però sale la quota di chi detiene un cellulare, dall'87,8% del 2009 al 91,5% del 2013. E progredisce anche la diffusione di personal computer , che passano dal 52,3% al 59,8%, di condizionatori d'aria, il cui possesso tocca il 37,1%, in aumento del 2%, e la lavastoviglie che dal 44,5% passa al 48%.



MATRIMONI L'Italia non è un paese per sposati: a livello internazionale la nuzialità risulta tra le «più basse». Hanno, infatti, un quoziente di nuzialità inferiore al nostro (3,5 per mille abitanti nel 2012) «solo», sottolinea l'Istat nell'Annuario, Portogallo, Bulgaria, Slovenia e Lussemburgo. Per quoziente di nuzialità, spiega l'Istat, si intende il rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente.



UN MILIONE DI ABITANTI IN PIU' Aumenta la popolazione in Italia: oltre un milione di abitanti in più in un anno.
E gli stranieri costituiscono più del 7% della popolazione. Lo rileva l'Istat nel suo Annuario Statistico Italiano 2014. Al 31 dicembre 2013, infatti, si contano 60.782.668 residenti (29.484.564 maschi e 31.298.104 femmine), oltre un milione in più rispetto all'inizio dell'anno (+1,8%). La ripartizione in cui si è registrato il maggiore incremento è il Centro (+3,3%), mentre quella con il maggior numero di residenti è il Nord-Ovest (26,5% del totale). Nel 2013 i decessi sono stati 600.744, in calo rispetto all'anno precedente (612.883); più consistente è la riduzione delle nascite (514.308 contro 534.186 del 2012). Di conseguenza, il saldo naturale (-86.436) è più negativo rispetto a quello dell'anno precedente (-78.697). Al primo gennaio 2013 (ultimo dato disponibile) gli stranieri residenti sono 4.387.721 (+8,3% rispetto all'anno precedente) e costituiscono il 7,4% della popolazione complessiva. Il 28,3% di questi cittadini proviene dall'Ue, il 24,3% dall'Europa centro-orientale e il 14,1% dall'Africa settentrionale.

Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Dicembre 2014, 20:54
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