Caos Grecia, banche e borse chiuse per sei giorni.
La Bce non aumenta i finanziamenti

Caos Grecia, banche e borse chiuse per sei giorni. La Bce non aumenta i finanziamenti

di Alessandra Severini
ROMA - Sono ore drammatiche per la Grecia. Oggi le banche e la Borsa di Atene rimarranno chiuse, mentre si aspetta con timore la reazione dei mercati europei. E mentre i cittadini greci si affollano in fila davanti a Bancomat ormai vuoti, il Parlamento greco ha approvato il referendum indetto dal governo per il 5 luglio sulle proposte dei creditori internazionali. Il primo ministro Tsipras invita a votare no, perchè «i tentativi di cancellare il processo democratico sono un insulto e una vergogna per le tradizione democratiche in Europa».





Il premier ha provato anche a rassicurare i cittadini: «I nostri depositi sono al sicuro». Alcuni sondaggi però dicono che la maggioranza dei greci è a favore di un accordo e potrebbe dire sì alle proposte dei creditori, anche se chiedono misure più drastiche su tasse e pensioni. Il governo greco invece è deciso a non cedere di un millimetro. «Nessuno fermerà il referendum», avverte Tsipras e spiega che le banche rimarranno chiuse «per colpa delle decisioni adottate dalla Bce». La Banca centrale europea, infatti, ha escluso un aumento della liquidità di emergenza (Ela) per le banche greche dopo la rottura dei negoziati.



Gli istituti di credito rimarranno probabilmente chiusi fino al 7 luglio, ma il governo greco potrebbe essere costretto anche al controllo dei capitali per evitare la fuga di denaro dal paese (per esempio vietando i bonifici verso conti esteri). Fra Atene e creditori internazionali i rapporti sembrano deteriorati, anche se su twitter il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici prova a diffondere ottimismo: «La porta del negoziato – scrive – è ancora aperta». La Commissione europea ha intanto pubblicato online il documento con le proposte fatte da Ue-Bce e Fmi al governo greco e sui cui i cittadini ellenici saranno chiamati ad esprimersi domenica prossima. In Italia intanto crescono i timori di un possibile contagio nel caso di un’uscita della Grecia dall'euro. Il nostro paese è il terzo creditore europeo di Atene, con un’esposizione di 48 miliardi di dollari.



Di certo ci sarebbero ripercussioni sui rendimenti dei titoli di Stato, con un rialzo dello spread fra Btp e Bund. La maggiore spesa per interessi potrebbe avere effetti gravi sul bilancio dello Stato. Ma il ministro del Tesoro Padoan ha rassicurato: «Non ci sono pericoli». Grazie al Quantitative Easing, infatti, la Bce può oggi intervenire e limitare l’aumento dei tassi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Giugno 2015, 10:11