Russia, Blinken apre: «Se Putin vuole, pronti a negoziare». Nodo Zelensky: Kiev dal 20 maggio avrà un «presidente ad interim»

Lo zar continua a non avere interesse a sedersi ora al tavolo. Prima di tutto, perché il suo esercito sta guadagnando terreno a Est

Blinken apre: «Se Putin vuole, pronti a negoziare». Nodo Zelensky: Kiev dal 20 maggio avrà un «presidente ad interim»

di Mauro Evangelisti

«Se la Russia vuole, possiamo trattare». La tempistica non è stata scelta a caso dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, per pronunciare le parole rivolte a Putin. Ha atteso che Biden potesse firmare, dopo il voto del Congresso e del Senato, il pacchetto da 61 miliardi di dollari di aiuti militari all’Ucraina che sulla carta dovrebbe puntellare la difesa di Kiev, prima di fare sapere al Cremlino: se la Russia lo vuole, siamo pronti a trattare. Ma anche dopo il via libera all’invio di missili e munizioni all’Ucraina, Putin continua a non avere interesse a sedersi ora al tavolo.

TAVOLI

Prima di tutto, perché il suo esercito sta guadagnando terreno a Est, sia pure lentamente; inoltre, si avverte stanchezza nell’esercito ucraino che fatica a trovare nuovi uomini da mandare in prima linea, mentre lo Zar può attingere da un bacino quasi infinito, visto il numero degli abitanti della Federazione. Putin sa che aspettare novembre potrebbe essere molto più conveniente visto che l’esito delle elezioni presidenziali americane non è scontato e alla Casa Bianca potrebbe avere un nuovo inquilino pronto assecondare i desideri nemmeno troppo nascosti di Mosca: azzerare il sostegno a Kiev. Ieri Trump è tornato a ripeterlo parlando di un colloquio con il presidente ungherese Orban: «Ho detto che non darò nulla all’Ucraina a meno che l'Europa non inizia a fare lo stesso, devono farsi avanti, l'Europa deve pagare». In realtà non è vero, anche l’Europa sta aiutando l’Ucraina, ma le parole di Trump, con molti distinguo anche se poi assicura che aiuterà Kiev, sono un macigno. Dunque, in questa fase l’interesse di Putin a trattare è molto basso. Anzi, continua a colpire con ancora più violenza l’Ucraina: l’altro giorno c’è stato il raid russo su Odessa e le fiamme hanno avvolto il Castello di Kivalov, conosciuto anche come “il castello di Harry Potter” per la sua somiglianza con quello della saga. La procura ucraina ha accusato: i russi hanno usato bombe a grappolo a Odessa per uccidere il maggior numero possibile di civili.

Ma cosa ha detto esattamente Blinken? «Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì». Il segretario di Stato Usa ne ha parlato al World Economic Forum a Riad. Ha precisato: «La fine della guerra dipende in gran parte da Putin e da ciò che deciderà... Spero che capirà il messaggio e dimostrerà la sua disponibilità a negoziati sinceri in conformità con i principi fondamentali alla base della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite: sovranità, integrità territoriale, indipendenza. Gli ucraini sono uniti come mai prima d'ora contro la Russia e la Nato è più forte e più grande».

Sulla unità dell’Ucraina però cominciano a esserci le prime crepe e la posizione di Zelensky su un negoziato è una incognita.

Lo sostiene un’analisi scritta da un giornalista russo, Konstantin Skorkin, e pubblicata un mese fa su Carnegie Politika, un centro studi. Ricorda che il mandato presidenziale di Zelensky scade il 20 maggio, ma «è impossibile tenere elezioni mentre è in vigore la legge marziale, Zelensky rimarrà al potere. Ciò crea un problema inaspettato per la democrazia ucraina. I dubbi sulla permanenza di Zelensky al suo posto dopo il 20 maggio nascono dalla vaghezza della legge ucraina». La legge (e il buon senso) vieta lo svolgimento delle elezioni con una sanguinosa guerra in corso.

LEGITTIMAZIONE

Ma Zelensky rischia di vedere affievolire legittimazione e consenso, visto che dal 20 maggio diventerà “presidente ad interim”. E c’è chi sostiene che formalmente potrebbe essere espresso un nome differente. Ad esempio quello del presidente del Parlamento. Dall’opposizione le spinte per un cambiamento cominciano a essere visibili. Precisa Skorkin: «Per il momento l’opinione pubblica è dalla parte di Zelensky. Secondo un sondaggio di febbraio condotto dall’Istituto internazionale di sociologia, il 69 per cento degli ucraini vuole che continui a ricoprire la carica di presidente fino all’abolizione della legge marziale, e il 15 vuole che rimanga fino alle nuove elezioni. Solo il 10 vorrebbe che il presidente del Parlamento diventasse presidente ad interim. Ben il 53 per cento vorrebbe vedere Zelensky candidarsi per un secondo mandato, anche se questa cifra sta gradualmente diminuendo. Per il principale oppositore di Zelensky, l’ex presidente Poroshenko, la questione della legittimità è un modo utile per esercitare pressioni, con l’obiettivo di costringere il governo a condividere il potere in una coalizione più ampia». La formula di presidenza a interim apre però praterie alla vivace propaganda russa, molto attiva anche nel nostro Paese. Lo ammette lo stesso articolo di Carnegie Politika: «È inevitabile che il Cremlino cerchi di promuovere qualsiasi ipotesi sull’illegittimità del governo ucraino, che è stato un punto fermo della propaganda russa per un decennio».

A rendere tutto più difficile per Zelensky c’è stata la firma sul provvedimento che abbassa l’età del servizio militare da 27 a 25 anni. Il Wall Street Journal ieri ha rivelato: «L’Ucraina sta aumentando la produzione di droni a lungo raggio per colpire in profondità nel territorio russo». I missili forniti dagli Usa non potranno essere usati oltre confine (ma si parla dei confini pre 2014) per questo Kiev punta molto sui droni prodotti direttamente, con l’obiettivo di arrivare a 500 pezzi al mese.


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2024, 23:58
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