È boom di lavatrici, refrigeratori, addirittura tiralatte elettrici esportati da Occidente nei paesi dell’ex Unione sovietica (quelli dell’area economica eurasiatica) e da qui reindirizzati in Russia senza controlli di dogana, per essere infine cannibalizzati. Obiettivo: estrarne chip e semiconduttori che sono indispensabili alla produzione militare e non reperibili dalla Russia sul mercato internazionale per via delle sanzioni. È questa la conclusione a cui giunge Bloomberg in un reportage che scava in una frase di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, che un mese fa ha rivelato come i militari russi stiano recuperando chip da elettrodomestici «perché a corto di semiconduttori, l’industria russa è a pezzi e la sua economia in rianimazione».
A dirlo per la prima volta è stato il segretario di Stato Usa al Commercio, Gina Raimondo, in un’audizione al Senato, citando fonti ucraine. Tutto è cominciato con l’analisi e lo smontaggio dei frammenti di armi che le battaglie lasciano sul terreno. L’Intelligence di Kiev, infatti, ha osservato un’insolita presenza nei carri armati di chip impiegati di solito nelle apparecchiature civili. Bloomberg ha incrociato le informazioni con lo studio dei flussi d’esportazione di alcuni elettrodomestici verso i paesi ex sovietici, e ha scoperto che c’è stato un picco di consegne dall’Europa. L’Armenia, per esempio, ha importato lavatrici dalla Ue nei primi 8 mesi dell’anno, in coincidenza con l’invasione russa, più di quante ne avesse importate nei due anni precedenti insieme. Il Kazakhstan ha acquistato refrigeratori, lavatrici e tiralatte elettrici per un valore di 21.4 milioni di dollari in agosto, più del triplo del valore per quelle merci nello stesso periodo del 2021.
Esperti anonimi citati da Bloomberg confermano che è possibile l’uso militare di microprocessori di elettrodomestici, anche se generalmente in armi basiche.
CHIP “STUPIDI”
Lo scorso maggio il sito specializzato Defense View, vicino alla Difesa indiana, ha osservato che aziende russe come la Mikron possono auto-produrre componenti di qualità sufficiente, perfino caccia ad alta tecnologia non necessitano infatti di chip d’ultimissima generazione, bensì di microprocessori anche «stupidi e ingombranti, ma stabili e robusti». Gli stessi missili Iskander usano chip d’uso civile. E i russi sanno come estrarre semiconduttori anche da circuiti radio. Il che non esclude che i soldati ucraini possano aver detto la verità osservando componenti tratti da banali elettrodomestici sui tank distrutti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Novembre 2022, 08:47
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