La portaerei Eisenhower scudo anti Iran, ecco la mossa Usa anti escalation

Secondo la Cnn, che cita due fonti dell'intelligence americana, l'Iran starebbe spostando numerose risorse militari all'interno del suo territorio, come centinaia di droni e missili da crociera, in vista della possibile offensiva contro Israele dal proprio territorio

La portaerei Eisenhower risale il Mar Rosso, ecco lo scudo anti Iran degli Usa per difendere Israele

di Simone Pierini

La minaccia di un attacco dell'Iran verso Israele è reale. Gli Stati Uniti credono che sia questione di ore e il rischio di una escalation nell'area del Medio Oriente mette in allerta tutto il panorama internazionale. Ciò che si voleva evitare, ovvero un coinvolgimento diretto di Teheran, ora sembrerebbe invece imminente. E Washington non resterà a guardare. Secondo la Cnn, che cita due fonti dell'intelligence americana, l'Iran starebbe spostando numerose risorse militari all'interno del suo territorio, come centinaia di droni e missili da crociera, in vista della possibile offensiva contro Israele dal proprio territorio.

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La Eisenhower risale il Mar Rosso

Come mossa di deterrenza per scongiurare l'attacco, o perlomeno limitarlo, gli Stati Uniti hanno iniziato a spostare le loro navi da guerra a difesa di Israele e delle forze americane presenti. Lo scrive in esclusiva il Wall Street Journal ricordando che, secondo fonti Usa, l'attacco iraniano potrebbe arrivare nelle prossime ore. L'obiettivo è quello di impedire una escalation e un conflitto più ampio. A guidare la flotta a stelle e strisce c'è l'ammiraglia della Marina Usa: la portaerei USS Dwight D. Eisenhower che starebbe risalendo il Mar Rosso per posizionarsi di fronte alle coste israeliane. Una sorta di scudo protettivo per una eventuale risposta a Teheran. 

Il rischio escalation

Secondo il New York Times infatti, l'Iran attaccherà presto Israele ma non gli Stati Uniti o le loro forze militari.

L'obiettivo di Teheran nel raid di rappresaglia preannunciato a seguito dell'attacco israeliano contro la sede diplomatica a Damasco sarebbe comunque quello di limitare l'escalation evitatando un confronto diretto con Washington. Gli analisti e i funzionari dell'intelligence americana pensano che l'Iran colpirà diversi obiettivi all'interno di Israele nei prossimi giorni senza indicare quale forma assumerà l'attacco, quali tipi di obiettivi saranno coinvolti e la tempistica precisa. Gli Stati Uniti hanno forze militari in diversi punti del Medio Oriente, ma è probabile che l'Iran non le prenda di mira, per evitare di scatenare un conflitto diretto con gli Stati Uniti.

 

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La nuova missione

La mossa americana di spostare il suo assetto navale da guerra evidenzia il cambio di missione della Eisenhower. La portaerei Usa era stata inviata nel Mar Rosso per proteggere il traffico marittimo dagli attacchi degli Houthi in una opera di deterrenza proprio nei confronti dell'Iran. Ora la risalita verso Israele la pone in una vera e propria posizione di scudo. Già nei mesi scorsi la nave da guerra è stata teatro di provocazioni da parte di Teheran. Sorvolata e fotografata da droni con tanto di immagini pubblicate sui social. 

La diplomazia

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry focalizzato sulla necessità di portare avanti «forzi multilaterali per garantire la stabilità regionale». Lo ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Matthew Miller sottolineando che Blinken ha evidenziato come «una escalation da parte dell'Iran non favorirà nessuno nella regione». Blinken e Shoukry hanno anche parlato della necessità di aumentare gli aiuti alla Striscia di Gaza, di proteggere i civili, di raggiungere un cessate il fuoco che possa portare alla liberazione degli ostaggi. Nel frattempo, oltre all'appello di Biden all'Iran di fermarsi, l'amministrazione americana ha chiesto a Israele nei giorni scorsi di avvisare e consultare gli Stati Uniti prima di qualsiasi ritorsione israeliana contro l' Iran. Si riferisce ad Axios citando dirigenti americani. Il capo del Pentagono Lloyd Austin si sarebbe lamentato recentemente con il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant per il mancato preavviso sul raid a Damasco, nonostante potesse avere ripercussioni per le forze Usa nella regione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Aprile 2024, 09:13
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