In attesa della controffensiva ucraina, che prima ancora di cominciare ha già seminato il panico nelle linee difensive russe, tocca al segretario del Consiglio di sicurezza di Mosca, Nikolay Patrushev, sganciare quella che è forse l'ultima arma rimasta nell'arsenale di Putin: le fake news. Le bufale. «Gli americani hanno aiutato l'Ucraina fornendo pure munizioni all'uranio impoverito», attacca Patrushev in Tv. «Un deposito di queste munizioni è stato bombardato e la loro distruzione ha causato una nube radioattiva che adesso si sta spostando verso l'Europa occidentale. Un aumento dei livelli di radiazione è stato già registrato in Polonia». Gli americani, aggiunge, stanno sviluppando e usando «armi chimiche e biologiche in Ucraina».
Lo spettro della nube tossica nucleare provoca l'allarme radioattivo sui media europei, per quanto Patrushev non porti dati o informazioni specifiche a supporto. Lanciata nell'etere e in rete, la bufala è basata su una notizia vera, come in tutte le fake parzialmente ancorate a frammenti di realtà: un bombardamento russo a Khmelnytsky, in Ucraina, e diversi grafici che mostrano un incremento di radioattività nell'area. I primi a smentire sono gli esperti dell'Agenzia atomica polacca (Ppa). «Non abbiamo ricevuto notifiche di emergenza radioattiva. La situazione nel Paese è normale. Le autorità russe stanno facendo disinformazione». Nessun allarme pure dalla Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) con sede a Vienna: «Non sono pervenuti elementi a conferma di quanto sostenuto dalle fonti russe in merito a una presunta nube radioattiva».
LA CENTRALE DI KHMELNYTSKY
La rete tv polacca Tvn24 aggiunge che l'uranio impoverito non è in grado di innescare reazioni nucleari, e può essere tossico soltanto se inalato sul momento. I russi hanno fatto leva, in questo caso, sulla presenza di una centrale nucleare a Khmelnytsky, tuttavia l'Agenzia regolatrice ucraina conferma la «normalità del funzionamento dell'impianto e della situazione radioattiva». «Probabile che ancora una volta i russi l'abbiano sparata grossa», sostiene l'ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica e oggi presidente dell'Icsa, il generale Leonardo Tricarico. «Innumerevoli studi scientifici hanno certificato ormai che l'armamento all'uranio impoverito non libera radioattività dannosa. Perciò siamo di fronte a fake news di portata sempre più grossolana». Il presidente del Cesi, Andrea Margelletti, parla di «ulteriore segnale dell'aggressività della propaganda russa, che evidenzia una certa difficoltà: quando l'arma diventa la bugia vuol dire che sul campo non sei particolarmente forte».Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Maggio 2023, 16:15
© RIPRODUZIONE RISERVATA