A 44 giorni da quella che Mosca definisce "operazione militare speciale" in Ucraina e che il resto del mondo chiama guerra, la Russia rimette mano al vertice militare: al comando delle truppe arriva il generale Alexander Dvornikov, un veterano pluridecorato, insignito nel 2015 del titolo di "Eroe della Federazione Russa" per aver guidato l'intervento militare russo in Siria.
Il nuovo comando delle truppe
Il cambio di strategia, con l'arrivo di un comandante unico responsabile di tutte le operazioni, è stato confermato alla Bbc da un funzionario di alto livello che ha chiesto di restare anonimo: «Dvornikov ha un'enorme esperienza derivante dalle operazioni russe in Siria, ci aspettiamo che migliori il coordinamento delle forze russe in Ucraina», ha raccontato. La svolta, secondo gli analisti internazionali, è la prova delle frustrazioni di Mosca dopo che i feroci combattimenti di un mese e mezzo non hanno portato i risultati sperati dal Cremlino: Kiev non è stata presa, il governo ucraino non è stato rovesciato, l'esercito non si è arreso. Colpa anche della confusione nel comando delle truppe, a fronte di uno schieramento nemico guidato con astuzia e capacità da un uomo solo: Valeriy Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate ucraine.
Il comando
La palla del comando dell'intera operazione speciale passa dunque a Dvornikov direttamente dalle mani di Vladimir Putin.
L'invasione
Mosca adesso punta tutto su di lui per concludere con successo l'invasione dell'Ucraina. Dove, ha spiegato alla Bbc l'alto funzionario che ha confermato il nuovo incarico del generale, l'avanzata russa è stata praticamente fermata da un «numero minore di unità ucraine che agiscono però in modo più intelligente e compatto», sfruttando anche le operazioni a sorpresa. «A meno che la Russia non sia in grado di cambiare le sue tattiche militari, è molto difficile che riesca a raggiungere anche gli obiettivi di breve termine che si è prefissata», ovvero la presa dell'intero Donbass e del sud est, ha comunque osservato il funzionario, precisando che gli imperativi politici potrebbero avere la precedenza sulle priorità militari: con Putin che punterebbe ad ottenere qualche tipo di successo prima del 9 maggio, quando il Paese celebrerà la vittoria nella Seconda guerra mondiale con una grande parata sulla Piazza Rossa. È lì che lo zar vorrebbe annunciare alla Russia e al mondo che la missione in Ucraina è compiuta.
Ultimo aggiornamento: Domenica 10 Aprile 2022, 08:06
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