Sylvio Giardina, il cuore di Roma nella videoinstallazione "Frangiamore"
di Gustavo Marco Cipolla
Non a caso il titolo del corto è il suo cognome. Durante le riprese, quando non era ancora stato deciso come chiamarlo, questa parola mi ritornava di continuo alla mente. “Frangia”, “amore”, “Roma”. Era un susseguirsi di coincidenze e di rimandi alle mie origini. Grazie alla collaborazione di un team di professionisti e al supporto del Comune di Roma, che ci ha aperto location di straordinaria bellezza, ho avuto la possibilità di tradurre in immagini.», spiega Sylvio Giardina, che aggiunge «Il progetto è nato come fashion movie ma, strada facendo, con il regista Riccardo Suriano e il direttore artistico Tania Alineri, si è trasformato in un cortometraggio che sicuramente verrà proposto ai festival internazionali. La visione ci trasporta in un sogno ma si chiude con un cammeo, la mia intervista a due sarte storiche. Ho voluto terminare con un aspetto umano il film e dedicarlo a tutte le figure professionali del settore moda». Cartoline rétro e contemporanea reinterpretazione della sartorialità che non dimentica l’intelligenza artigiana territoriale. Stratificazioni di tulle, sovrapposizioni, fiocchi, virtuosismi: è il colto métissage culturale di linguaggi non convenzionali in un tour ottico che guarda al futuro, leggendolo con la lente del passato e il lessico del presente.
Poi il fascino inconfondibile del savoir faire coniugato a tagli geometrici e volumi architettonici nelle creazioni iconiche che si muovono all'interno del cortile di Palazzo dei Conservatori, passando dalla Scala del Vignola a piazza della Rotonda al Pantheon e a quella del Campidoglio, sino agli esterni di Palazzo Nuovo e Villa Torlonia in un’inedita videoinstallazione per la regia di Riccardo Suriano, direttore della fotografia Piero Perilli. Un’ode e un inno alla famiglia. Non solo carnale, ma fatta di legami forti che si costruiscono nel lavoro. Le première, intervistate nel finale dello short movie, chi quotidianamente opera e svolge la propria attività nella maison romana e affronta con coraggio e determinazione le nuove sfide dettate dall’emergenza sanitaria in un universo, quello dell’alta moda, che ha maggiormente accusato il duro colpo inflitto dal coronavirus. La modella Serena Archetti passeggia nei luoghi cittadini simbolo ritratta dagli scatti della fotografa Tania Alineri con lo styling pensato da Valeria J. Marchetti, hair e make up curati rispettivamente da Alessandro Messina e Antonia Pappalardo. E l'armonia dell’Urbe, ancora una volta, diventa la magica scenografia in cui gli abiti sono gli attori di un cast autoriale che recita su un set a cielo aperto da custodire con cura.
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Settembre 2020, 12:11
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