Contaminazioni visive, abiti straordinari e costumi d’epoca nella mostra "Briganti eleganti. L'arte della moda maschile" ideata da Stefano Dominella, affiancato da Guillermo Mariotto e Bonizza Giordani Aragno. In scena abiti storici dei briganti che diedero filo da torcere al primo esercito italiano in quella che è la prima vera e cruentissima guerra civile dell'Italia unitaria, ma anche le composizioni di stili diversi di grandi maison nelle collezioni del passato. L'occasione propizia la prossima uscita su Netflix di una serie intitolata proprio Briganti, firmata dal collettivo Grams e prodotta da Fabula. Dominella e Mariotto combinano abiti e monili affastellandoli come facevano i briganti dell'epoca: il bottino dei predoni dell'Aspromonte o delle Colline Emiliane come il Passator Cortese (definizione regalata a Stefano Pelloni da Pascoli) diventa una sommatoria di stili che si sommano e creano una figura nuova. Dominella: "Sono i primi punk e se guardate ora la moda urban ricorda molto quel sovrapporre stili e icone, come le madonne che portavano spesso sui berretti".
Mariotto ha scoperto questa parte della storia d'Italia che difficilmente arriva sulle pagine dei libri di storia quando si parla del Risorgimento italiano. "Le storie di queste rockstar della delinquenza sono segnate sempre dal sentimento del tradimento".
Alla serata di apertura tantissimi gli ospiti venuti al Maxxi, a comnciare proprio dal direttore, Alessandro Giuli che faceva gli onori di casa.
Interessante anche la parte documentale di sentenze capitali e leggi che ricordano una guerra civile tra neo-italiani combattuta con migliaia di morti sul campo e sul patibolo e poco conosciuta.
Video di Claudia Rolando / AG Toiati
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Aprile 2024, 10:00
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