Parolisi, il fratello di Melania: «Se uscirà dal carcere, Salvatore non vedrà la figlia»
A febbraio era stato perquisito dopo la denuncia presentata dalla madre di due ragazzi e dall'Osservatorio nazionale abusi psicologici. L'accusa iniziale ricostruiva abusi a quattro persone. Ma altre vittime hanno trovato il coraggio di farsi avanti e in poco tempo il loro numero è più che triplicato aggravando la posizione di Matteo Valdambrini. Per gli investigatori della mobile e dello Sco, avrebbe persuaso gli adepti di averli scelti per salvare il mondo. Per convincerli della sua sedicente superiorità e porli in uno stato di soggezione psicologica al fine di abusarne, avrebbe anche elaborato un rituale di resurrezione, inscenando uno strangolamento da parte di un sodale, al termine del quale si rialzava da terra fingendo di rimettersi a posto il collo. I suoi seguaci erano spesso giovani in condizioni di notevole fragilità psicologica, con problemi di isolamento, solitudine, talvolta depressione.
Li aveva individuati con ricerca mirata, tramite passaparola in ambienti a lui contigui. 'Agganciati' e attirati in trappola, gli adepti erano costretti a sottostare ai riti con inganni e minacce di morte, verso loro stessi e verso i loro familiari.
In un caso, avrebbe convinto una ragazza ad avere un rapporto con lui dicendole che in caso contrario la sua sorellina di 7 anni e i suoi genitori avrebbero perso la vita. I riti prevedevano anche di sottoporsi a violenze fisiche, dalle dita negli occhi, inalazione del fumo di cristalli bruciati, detti 'sangue di dragò, e morsi sulle braccia detti 'del vampirò: tutto sarebbe servito a recuperare i poteri delle entità nelle quali si erano incarnati in passato, come vampiri e lupi mannari, come in un film dell'orrore. Ma è stata realtà. In alcuni casi le violenze avrebbero provocato nelle vittime la temporanea perdita dei sensi. Il 'diavolò era anche capace di trasformarsi, attraverso una pratica che chiamava shifting, in altre creature, impostando il timbro della voce. I seguaci erano anche costretti a inviargli foto di nudo. Le immagini, diceva Valdambrini, non venivano visualizzate da lui ma da 'Hydrà, un'entità cibernetica presente nel suo telefono che però si attivava solo in presenza di una rete wi-fi. Quelli ci credevano e venivano poi abusati.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Giugno 2020, 19:06
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