Virginia Raggi interrogata in Procura per quattro ore: "Nomine? Non ho commesso illeciti"

Virginia Raggi interrogata in Procura per quattro ore: "Nomine? Non ho commesso illeciti"

di Davide Manlio Ruffolo
C’è stato ed è durato oltre 4 ore l’atteso faccia a faccia tra la sindaca Virginia Raggi e i magistrati che si stanno occupando dell’inchiesta sulle nomine al Campidoglio. A richiedere l’incontro, come preannunciato dal legale Alessandro Mancori, era stata proprio la prima cittadina che, pochi giorni fa, aveva fatto sapere di voler rendere dichiarazioni spontanee ai pm. 

Una decisione maturata a seguito della ricezione dell’avviso di conclusione indagini in cui è indagata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pubblico ministero Francesco Dall’Olio per abuso d’ufficio e falso. Così ieri, come concordato con gli inquirenti, la Raggi si è presentata in Procura verso le 17.30 per chiarire la propria posizione. L’abuso d’ufficio, secondo i magistrati, fa riferimento alla nomina di Salvatore Romeo da funzionario nel Dipartimento Partecipate (con stipendio di 39 mila euro annui), a capo della segreteria politica (con salario di 110 mila euro poi ribassati a 93 mila dopo l’intervento dell’Anac).

Una pratica che sarebbe stata già utilizzata nelle precedenti amministrazioni, come spiegato ai pm, e che potrebbe portare questo filone d’inchiesta verso l’archiviazione. Il falso, facente parte del secondo filone e che potrebbe portare ad una richiesta di rinvio a giudizio, le è contestato dai pm per quanto affermato all’anticorruzione del Comune di Roma in merito alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Raffaele, giudicata illegittima dall’Anac. Una scelta per la quale Renato, da vice comandante dei Vigili urbani di Roma veniva messo alla direzione generale dell’Ufficio Turismo del Comune.

Nomina di cui la Raggi, davanti all’anticorruzione, ne rivendicava la proprietà affermando di aver agito in totale autonomia e senza alcun interessamento da parte dell’ex capo del personale Raffaele Marra. Circostanza che, però, veniva smentita dalla chat finita agli atti dell’inchiesta, in cui la sindaca accusava il fedelissimo Raffaele Marra di averla messa in imbarazzo per non averla consultata circa l’aumento di stipendio del fratello Renato. Al termine dell’incontro con i pm, Virginia Raggi ha dichiarato: «è stato un colloquio molto cordiale. Del resto lo avevo chiesto io, sono fiduciosa».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Luglio 2017, 08:45
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