Roma, caccia alla navetta: i bus sostitutivi della metro funzionano, ma trovare le fermate è un rompicapo

Roma, caccia alla navetta: i bus sostitutivi della metro funzionano, ma trovare le fermate è un rompicapo

di Lorena Loiacono

Why?: è questa la prima domanda degli stranieri che, andando a prendere la metro A dopo le 21 trovano i cancelli chiusi. Se i romani si stanno organizzando, cercando la navetta più comoda per tornare a casa dopo una giornata di lavoro, lo stesso non vale per i turisti che arrivano a Roma per visitarla e, magari, per godere anche delle serate romane. Sono circa 2-300mila gli stranieri che ogni giorno girano per la Capitale e, arrivando in Italia, non possono certo immaginare che la metro A sia chiusa per lavori. Chi li informa? Nessuno, a parte gli operatori volenterosi degli alberghi in cui alloggiano. Accade infatti che, dopo una serata in Centro si arriva a piazza della Repubblica o piazza di Spagna, a Ottaviano o Lepanto e la metro è chiusa. Oppure ad Anagnina o a Flaminio, dove si arriva anche con il treno, quindi con le valigie al seguito. Ma la metro non c'è. È chiusa da lunedì 4 luglio per consentire l'avvio dei lavori straordinari sui binari: lavori che dureranno 18 mesi, vale a dire che di sera la metro A riaprirà nel 2023. Nel frattempo i romani si abitueranno alle nuove corse delle navette e, soprattutto, dovranno imparare anche ad aiutare i turisti che resteranno spaesati al loro arrivo nella Capitale.

Nelle prime due sere di chiusura non ci sono stati problemi con i bus in superficie anche se è difficile trovare il punto della fermata: erano disponibili e non erano affollati. Ma tanti stranieri, dopo aver chiesto perché la metro A fosse chiusa, hanno rinunciato a prendere i mezzi pubblici cercando un taxi. Peraltro nelle due giornate di sciopero delle auto bianche. «Il disagio riguarda tutti - spiega Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma - i romani ma soprattutto i turisti stranieri perché spesso non parlano bene l'italiano e cercano informazioni in lingua. Va da sé che gli alberghi si trasformano nei punti informativi: in questi primi due giorni abbiamo dovuto dare noi le indicazioni per muoversi dopo le 21, avvisando di tornare prima o di cercare strade alternative alla metro A. Quando sono state chiuse le fermate della metro per i guasti alle scale mobili abbiamo capito che servono informazioni in tutte le lingue. Se Roma ha la velleità di diventare meta di turismo internazionale, bisogna pensare anche alla comunicazione con gli stranieri».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Luglio 2022, 09:48
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