La zia le avrebbe imposto di apparire schizofrenica poi, una volta fattasi nominare amministratrice di sostegno della nipote, si sarebbe intascati gli assegni di invalidità riconosciuti dall’Inps.
E’ una storia che inizia in Moldavia, prosegue a Pesaro e ora si trova davanti al gup per una richiesta di opposizione all’archiviazione del caso. Il procedimento prende il via da una querela sporta nel giugno scorso da una 30enne moldava ai carabinieri in quanto la donna aveva scoperto di essere invalida al 100% per schizofrenia e autismo e che proprio per queste due patologie da anni avrebbe percepito una pensione di circa 1.250 euro mensili erogata a suo favore dall’Inps. Soldi dei quali non sapeva nulla e che soprattutto non aveva mai avuto nel suo conto.
La truffa architettata dalla zia
Era andata a cercare lavoro, ma di fronte ai continui “no” ai colloqui aveva approfondito la ragione di tanti dinieghi e scoperto un “mondo” del tutto parallelo. Una storia dove entra in gioco la zia e che affonda le radici nel terribile passato della 30enne. Quando era ancora bambina il padre aveva ucciso la madre e avrebbe segregato la figlia legandola a un albero sfamandola poi a pane e acqua. Una storia choc per cui il padre è finito in carcere in Moldavia mentre la piccola è stata prima affidata a un orfanotrofio e poi ai servizi sociali. La zia nel frattempo era venuta in Italia, nel Pesarese, e aveva proposto alla nipote di seguirla. La ragazzina, spaventata e straziata da tanto dolore, ne aveva accettato anche le condizioni imposte dalla parente pur di sfuggire a quell’incubo.
Prima e dopo
Secondo la querela la zia l’avrebbe pertanto costretta a fingersi malata psichiatrica, per poi farsi nominare amministratore di sostegno, percependo così la pensione di invalidità erogata dall’Inps.
I reati contestati
Oltre al reato di truffa, chiedono di procedere anche per i reati di maltrattamenti in famiglia e di riduzione o mantenimento in schiavitù. La nipote sarebbe anche stata costretta a lavori di pulizie e a far da badante dalla zia. Ci sarebbe anche un altro passaggio chiave. La zia aveva chiuso l’amministrazione di sostegno nel febbraio del 2023 dichiarando che la nipote era tornata in Moldavia. Ma la 30enne non è mai espatriata in quanto non aveva i documenti per farlo perché glieli avrebbe trattenuti la zia. La nipote nel frattempo si è spostata da Pesaro e oggi vive in Toscana. Il giudice si è riservato la decisione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2024, 09:36
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