L'insegnante-musicista di Crema, Mauro Pamiro morto per una caduta, non per omicidio, per mano della moglie Debora Stella. Il gip del Tribunale di Cremona, ha chiuso il caso, e prosciolto dall'accusa di omicidio volontario, la consorte dell'uomo morto nel giugno di tre anni fa. Il suo corpo fu ritrovato senza vita sotto ad un'impalcatura dove c'era un cantiere editle, scrive Il Giorno.
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La tesi del magistrato
Secondo il gip la lesione vertebrale sul collo della vittima è compatibile con l'impatto del corpo, caduta dall'altro e finito contro un piano di arresto rigido, come il suolo del terreno. Sul cadavere, infatti, non sono state riscontrate lesioni, pugni, costrizione del collo. Anche le ecchimosi sulla parte anteriore del corpo e sulla fronte sono compatibili con l'urto contro una superficie rigida, come una tegola imbrattata di sangue, trovata accanto al capo del cadavere. Sul frammento non c'era alcuna impronta papillare, palmare o digitale.
Caduta o suicidio?
Il magistrato sostiene che ad uccidere l'uomo sia stata una caduta accidentale, ma non intenzionale, come conseguenza della volontà di suicidio del musicista.
Il ruolo della moglie
Debora Stella, subito dopo la morte disse di averlo ucciso con un bastone e di aver ripulito il sangue, ma il Luminol non ha svelato tracce di sangue o impronte digitali, ne in casa della coppia, ne nella sua auto, per cui la donna è stata ricoverata per due settimane in psichiatria e la sua dichiarazione non è stata considerata attendibile. Alla richiesta di archiviazione da parte della Procura cremonese si erano opposti per due volte i genitori del professore.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Settembre 2023, 16:00
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