«Con Putin non si può trattare
Ma niente truppe in Ucraina»

La premier: «Una farsa le elezioni russe nei territori occupati». Salvini assente

«Con Putin non si può trattare Ma niente truppe in Ucraina»

di Alessandra Severini

L'avevano accusata di non aver preso le distanze dalle parole di Matteo Salvini sul voto in Russia. Al Senato, dove la premier si presenta per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo e dove il leader della Lega è assente, Meloni prende invece posizione senza tentennamenti e definisce un «voto farsa» quello che si è tenuto nei territori ucraini occupati da Mosca e che ha portato per la quinta volta Vladimir Putin al Cremlino.

Meloni ha rivendicato quanto fatto dall'Italia per l'Ucraina, sottolineato la piena «coesione e compattezza del governo» sul tema del sostegno a Kiev e promesso che il «sacrificio in nome della libertà» di Aleksei Navalny «non sarà dimenticato». Nei confronti di Putin Meloni tiene a sottolineare che «non è possibile trattare con chi non ha mai rispettato gli accordi». La presidente del Consiglio si è detta assolutamente contraria alla proposta, avanzata in particolare dalla Francia, su un possibile intervento diretto di truppe degli Stati dell'Unione europea in Ucraina: «Approfitto per ribadire anche in quest'aula che la nostra posizione non è favorevole in alcun modo a questa ipotesi, che consideriamo foriera di una escalation pericolosa, da evitare, invece, a ogni costo». In un'intervista rilasciata nella mattinata, la premier aveva affrontato anche il tema Europee, fissando l'asticella di un eventuale successo del suo partito al 26%, lo stesso ottenuto alle politiche, perché «già mantenere quel livello di consenso per un governo in carica da un anno e mezzo, non è facile».

L'assenza di Matteo Salvini in Senato ha fatto sospettare incrinature nella compagine di governo, ma dal ministero delle infrastrutture una nota si è affrettata a spiegare che il ministro era impegnato al dicastero di Porta Pia in una serie di incontri e riunioni. La Lega poi ha apprezzato la presa di distanza dal presidente francese Macron parlando di «piena sintonia» con la premier. Ferma condanna unanime è arrivata invece per il gesto di uno studente di un liceo romano in visita con la classe al Senato. Il ragazzo ha mimato il gesto della pistola all'indirizzo della premier, prontamente fermato dalla sua professoressa. «È grave quel gesto - ha detto Meloni - proprio nel giorno in cui ricorre l'anniversario dell'omicidio del giuslavorista Marco Biagio, ucciso dalle Br». Il liceo ha inviato una lettera di scuse per l'accaduto.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Marzo 2024, 06:00