Su Cloe Bianco indagini e accuse. «Il ministero dell'Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall'insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale. Ora dovrebbe fare una indagine e capire che gli errori si devono ammettere, anche quelli passati, per evitare che la scuola si faccia condizionare dagli stereotipi e che fatti del genere si ripetano».
A dirlo all'Ansa è Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. «La scuola deve garantire libertà, deve aprire le menti, deve essere immune dai condizionamenti», conclude. E infatti il ministero dell'Istruzione ha avviato un approfondimento sul caso: è quanto ha confermato all'Ansa il ministero. In particolare - è stato spiegato - si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda.
LA VICENDA - Nel 2015 Cloe, all'anagrafe Luca Bianco, si presentò in classe in abiti femminili. Agli alunni chiese di essere chiamata Cloe e spiegò il motivo della sua scelta. Il padre di un alunno scrisse una lettera ad Elena Donazzan che all'epoca era assessore regionale all'Istruzione. Il preside della scuola in cui insegnava, secondo quanto raccontano alcuni testimoni dell'epoca, si schierò al fianco della docente ma le polemiche furono talmente forti che alla fine fu decisa una sospensione per tre giorni dall'insegnamento e successivamente venne spostata a ruoli di segreteria prima nell'istituto Mattei di San Donà di Piave (Venezia), e poi in diverse scuole del Veneto. Fece ricorso ma perse la battaglia davanti ad un giudice del lavoro.
IL MINISTRO - «E' inaccettabile che in Italia una lavoratrice o un lavoratore subisca discriminazioni sul luogo di lavoro per la propria identità di genere, così come per qualsiasi altro elemento della propria identità sessuale o per tutto ciò che non ha a che fare con la prestazione lavorativa», scrive il ministro del lavoro Andrea Orlando in un lungo post sottolineando: «A qualsiasi insegnante, a qualsiasi lavoratore o lavoratrice che ha rivelato o ha paura di rivelare una parte così importante di sé, voglio ribadire con fermezza: il Ministero del Lavoro è dalla vostra parte».
«Leggo che il Padova Pride Village dedicherà la serata di oggi a Cloe Bianco, la professoressa transgender che si è tolta la vita qualche giorno fa. »Il possibile d'una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato», ha scritto Cloe nel suo testamento - scrive il ministro - Quel “possibile” ha la dimensione del camper in cui viveva e dentro il quale ha deciso di porre fine alla sua vita.
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«Chi semina l'odio, chi lo coltiva, chi lo fa fruttare come putrida rendita. Ma anche noi che non abbiamo saputo contrastarlo, che accettiamo questa malapianta cresciuta in fretta come una cosa con cui convivere -continua- Non c'è, non dico l'accettazione che dovrebbe accompagnare questo tempo che ha dalla sua la conoscenza del profondo, ma neppure la pietà o la sospensione del giudizio dei nostri padri e dei nostri nonni. In nome dei valori, dell'identità, del conformismo benpensante, c'è la quotidiana lapidazione, la derisione vigliacca o l'invettiva sorda e cieca, magari digitale, perché non sa sentire né vedere il tumulto delle anime, dei sentimenti, della fatica di vivere e di capirsi. Questo cara Cloe non è soltanto brutto, è precisamente l'orrore. Che la tua morte ricordi che non possiamo accettarlo».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 13:00
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