La violenza, il tentativo di difesa, la morte. L'orrore. L'autopsia sui corpi di Stefania Pivetta e di Giulia Maja sta rivelando particolari agghiaccianti di quella notte.Il 57enne Alessandro Maja ha ucciso nella notte del 4 maggio la moglie e la propria figlia di 16 anni servendosi di un martello. Intanto, è emerso che Giulia aveva provato a difendersi. Su una mano della ragazza, infatti, è stata trovata una ferita dovuta a un tentativo di protezione dal martello che le stava piombando addosso. La 16enne era quindi sveglia quando il padre l'ha uccisa nella sua cameretta in via Torino a Samarate (Varese).
Non è ancora possibile stabilire se anche Nicolò, il figlio maggiore di Maja, si era accorto di quanto stava accadendo. Il 23enne è ancora ricoverato in condizioni gravissime all'ospedale di Varese e i medici temono che il trauma cranico che ha riportato sia tale da non permettergli di ricordare l'aggressione. Le indagini dei pubblici ministeri Carlo Alberto Lafiandra e Martina Melita proseguono. È stata disposta la perquisizione dello studio milanese di Maja, il quale si presentava come architetto sebbene fosse geometra.
«Spiegherò ogni cosa al giudice appena sarà possibile, voglio dire la verità, voglio dire quel che è successo e che non doveva succedere», avrebbe detto ai legali nel breve colloquio di venerdì 6 maggio. Non appena verrà dimesso, sarà trasferito in carcere. Poi toccherà alla giudice per le indagini preliminari Luisa Bovitutti applicare la misura cautelare e fissare l'interrogatorio, nella speranza di scoprire una volta per tutte cosa lo ha spinto a distruggere la sua famiglia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 02:41
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