Sud, inversione di tendenza: Pil +0,1%
Gli occupati aumentano più che al Nord

Sud, inversione di tendenza: Pil +0,1% Gli occupati aumentano più che al Nord

di Alessandra Severini
ROMA - Spiragli di ripresa economica anche per il Mezzogiorno. Il rapporto Svimez mostra finalmente, dopo sette anni di recessione, qualche segno più anche per il Sud Italia. Sono segnali timidi, certo, poiché il Pil è previsto in crescita solo dello 0,1% nel 2015, contro l'1% del Nord, ma si tratta del primo ritorno del segno più dal 2008. Andrà meglio nel 2016 quando, la spinta dei consumi, permetterà all'economia del Meridione di crescere dello 0,7%.





Torna la speranza anche per l'occupazione, dove il Sud fa addirittura meglio del Nord. Secondo l'analisi, nel secondo trimestre del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, gli occupati sono cresciuti al Sud di 120mila unità (+2,1%) e di 60 mila unità nel Centro-Nord (+0,4%). La ripresa «riguarda tutte le regioni tranne la Calabria, e interessa essenzialmente i settori agricolo e terziario». I nei rimangono i redditi. I dati dimostrano che i cittadini delle regioni del Sud restano i più poveri d'Italia: il 62% di loro guadagna al massimo il 40% del reddito medio di un italiano.

Che la fiducia stia lentamente tornando in tutto il Paese lo dimostrano anche i dati del Rapporto sugli italiani e il risparmio curato da Acri e Ipsos.



Nel 2015, per la prima volta dopo 4 anni, il numero dei soddisfatti della propria situazione economica supera quello degli insoddisfatti (55% contro il 45%). Rispetto al futuro il numero dei fiduciosi è superiore a quello degli sfiduciati (26% contro il 13%) e sono soprattutto i giovani fra i 18 e i 30 anni a tornare a guardare al domani con maggiore ottimismo. Gli italiani tendono ancora a risparmiare, ma ritorna il mattone l'investimento preferito. Nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nell'immobiliare l'investimento ideale era del 70%. La percentuale era scesa progressivamente al 24% nel 2014, ma quest'anno è tornata di nuovo a salire al 29%.



Intanto la discussione sulla manovra rischia di infuocarsi sul fronte della Pubblica Amministrazione. Le risorse destinate al rinnovo del contratto degli statali (219 milioni) sono considerate insufficienti dai sindacati che hanno annunciato una manifestazione nazionale a Roma di tutto il pubblico impiego, compresa la scuola, per sabato 28 novembre.

Cgil, Cisl e Uil chiedono un «rinnovo dignitoso» per un contratto fermo da sei anni. La richiesta è di 150 euro in più in busta paga e, ove il governo non aprisse un tavolo di confronto, i sindacati confederali non escludono lo sciopero.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Ottobre 2015, 08:08
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