Indagati 3 professori del liceo Cavour
«Indifferenti alle offese dei compagni
contro il “ragazzo dai pantaloni rosa”»

Indagati 3 professori del liceo Cavour «Indifferenti alle offese dei compagni contro il “ragazzo dai pantaloni rosa”»
Avevano il dovere di censurare le offese indirizzate dai compagni di classe ad Andrea, lo studente del liceo Cavour che si tolto la vita la sera del 20 novembre del 2012.

E invece tre docenti dell'istituto frequentato dal giovane - noto come 'il ragazzo dai pantaloni rosà - sono rimasti indifferenti ai comportamenti offensivi degli studenti: un atteggiamento indulgente che ne ha comportato l'iscrizione nel registro degli indagati per l'accusa di 'omessa vigilanzà. Anche la preside del liceo è sotto inchiesta per lo stesso reato: secondo la Procura, la dirigente è sempre stata a conoscenza delle vessazioni ma non ha ordinato ai prof di porre un freno al dileggiamento di Andrea».



Lo scrive, su Il Corriere della Sera, Giulio De Santis. «Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pubblico ministero Pantaleo Polifemo - prosegue l'articolo - hanno deciso di incriminare i quattro per la scoperta della scritta 'Andrea f....' sul banco del ragazzo e per la rimozione degli infissi della porta della classe dopo il gesto estremo del giovane. La colpa di professori e preside sarebbe stata la sottovalutazione dell'impatto delle offese sullo studente.



Ad arricchire il quadro probatorio, le testimonianze di amici e compagni di classe di Andrea: molti hanno riferito come il quindicenne sia stato vittima di persecuzioni dei coetanei avvenute nella completa noncuranza degli insegnanti. Non ci sono solo i docenti nel mirino della magistratura. Per il tragico gesto di Andrea la Procura dei minori ha messo sotto inchiesta gli autori delle offese: si tratta di sei minorenni, le loro posizioni sono al vaglio del pm che potrebbe accusarli di stalking, morte come conseguenza di un altro delitto o istigazione al suicidio.



A provare le loro responsabilità sono, innanzitutto, le offese in chat e le umiliazioni sulla bacheca di Facebook. Ma anche la creazione del profilo intitolato il 'ragazzo dai pantaloni rosà nato senza il consenso del giovane è un indizio del clima pesante creatosi intorno a lui. Andrea - per l'accusa - sarebbe stato vessato per i suoi comportamenti eccentrici, confusi da alcuni con un'inclinazione omosessuale (assolutamente legittima) del ragazzo, comunque smentita da Teresa, la madre. E un impulso determinante alle indagini è stato impresso proprio da Eugenio Pini, il legale della famiglia di Andrea: è stato lui a depositare al Palazzo di giustizia un corposo dossier con una perizia sul computer del giovane».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Febbraio 2014, 14:34
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