Rebecca Staffelli, Mr Rizzus fa mea culpa: «Vorrei incontrarla e chiederle scusa. Non volevo incitare allo stupro»

Il rapper denunciato per un rima che incita alla violenza sulle donne, oggi sotto sorveglianza speciale, ha capito di aver sbagliato

Rebecca Staffelli, Mr Rizzus fa mea culpa: «Vorrei incontrarla e chiederle scusa. Non volevo incitare allo stupro»

di Luca Uccello

Mr Rizzus, all’anagrafe Simone Rizzuto, il trapper 25enne, denunciato dall’inviato di Striscia la notizia Valerio Staffelli e da sua figlia Rebecca dopo gli attacchi subiti, chiede scusa. Sa di aver sbagliato. «Se volesse, a me piacerebbe avere un chiarimento con Rebecca e suo padre, anche fuori dal tribunale, ma so che è quasi impossibile che accada».

Tutta colpa di un rima. «20900 (codice di avviamento postale di Monza, ndr) delinquenti, sco...te la figlia di Staffelli». Rebecca è venuta a conoscenza della rima incriminata tramite un ragazzo che l’ha ripostata sui social (denunciato anche lui), e poi si è vista arrivare insulti e minacce sui propri social che l’hanno costretta addirittura a cambiare casa. Per Mr Rizzus invece è scattata la sorveglianza speciale dalla Questura di Monza. Ma non solo per la rima.

Ora è obbligato a restare a casa la notte – dalle 22 alle 7 – a frequentare un Sert per disintossicarsi dalle droghe e a fare psicoterapia. A Gente ha spiegato di esserci rimasto male per la denuncia: «Ma più della denuncia, mi ha infastidito ciò che è stato detto sul mio conto, quando mi si accusa di istigazione allo stupro: non era quello il senso della mia rima. È una rima come quelle di tanti rapper americani a cui mi ispiro. È vero che ero arrabbiato con suo padre perché andava a dare i tapiri a rapper e musicisti, ma incitare allo stupro no».

Una rima scritta anni fa, oggi dice ancora non lo rifarebbe:  «La rima l’ho scritta più di tre anni fa, avevo solo 5 mila follower, e non ho pensato alle conseguenze.

Ero più piccolo e immaturo. Tornassi indietro quella rima non la farei».

Poi ancora: «Se Rebecca ha avuto davvero paura e ha cambiato casa per via della mia rima, le chiedo scusa. Mi dispiace sempre se una donna si sente in pericolo. Ma non ho mai alzato un dito su nessuna».

Simone, cresciuto senza madre in un contesto non semplice, ha capito di avere sbagliato. «Più che per la mia canzone, mi sento in colpa per alcuni insulti via social che le ho fatto, taggandola per giunta».

Oggi la sua vita è cambiata. È un sorvegliato speciale. «Sto pagando anche per errori del passato. È da quattro anni che mi dedico solo alla musica, sto sperimentando strade nuove. Mi sento più maturo: la musica è e resta la mia valvola di sfogo, la mia terapia». Gli sono rimasti «pochissimi amici, molti si sono allontanati perché io non posso frequentare persone con precedenti penali e alcuni di loro ne hanno».

Pochi amici e senza fidanzata. «La mia storia è finita da un anno, dopo tre insieme. Le cose iniziavano a non andare bene, e i servizi su di me hanno dato il colpo di grazia alla nostra relazione. La mia ex è una persona riservata, fa l’infermiera e tutto quel clamore l’ha messa in imbarazzo. Ci sono stato male e sono entrato in depressione. Solo ora comincio a vedere la luce in fondo al tunnel».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Dicembre 2023, 12:25
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