Chiara Ferragni, le nuove accuse: «Dipendenti pagati poco, ma le aziende fatturano milioni»

L'influencer ancora al centro delle polemiche

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di Redazione web

Chiara Ferragni nell'occhio del ciclone. Gli hater non mollano la presa, i follower restano in calo e le aziende, che prima facevano la fila per lei, ora sembrano tenersi alla larga dallo stringere collaborazioni per evitare l'effetto boomerang. L'influencer, ancora al centro di un'indagine per truffa aggravata della Procura di Milano, è la protagonista di un'inchiesta de L'Espresso, che è andata a fondo sbirciando dietro dentro le pareti dorate dell'azienda di Ferragni.

Ferragni, gli stipendi dei dipendenti

Il settimanale, in uscita venerdì, ha pubblicato una foto dell'influencer truccata da pagliaccio e ha riassunto così il risultato della sua inchiesta: «Una rete ingarbugliata di società.

Una girandola di quote azionarie. Partner ingombranti. Dipendenti pagati poco. L'influencer è a capo di un impero dove la trasparenza non è di casa».

La società Tbs Crews, che gestisce il magazine The Blonde Salad, «opera come talent agency e consulenza di digital marketing strategy». Queste mansioni vengono svolte da «16 dipendenti che a fonte di un fatturato 2022 di 14,5 milioni di euro e utili a 5,1 milioni, costano solo 67mila euro a testa (compresi Tfr e contributi)". Ferragni e Damato incassano compendi da consiglieri da 320 mila euro per la sola Tbs». Difficile stimare gli stipendi al centesimo, ma si tratterebbe (cifre non confermate) di circa 2.500 euro, netti, per 13 mensilità o di 2.300 euro netti per 14 mensilità.

In Sisterhood «i dipendenti sono due e costano 15 mila euro l'uno, una miseria», scrive L'Espresso anche perché «la perizia indica che il valore di Tbs è 1,7 milioni di euro, mentre il conferimento alla Sisterhood è di 10 mila euro». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Marzo 2024, 17:57
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