L'ingegnere Maurizio Cocco detenuto in Africa da due anni, vicina la fine dell’incubo: c'è la data della sentenza

Il 61enne accusato di frode fiscale per un pagamento in contanti di 300mila euro, la famiglia: «Soldi fatturati e depositati in banca»

L'ingegnere Maurizio Cocco detenuto in Africa da due anni, vicina la fine dell’incubo: c'è la data della sentenza

di Pierfederico Pernarella

Ora c’è una data, il 7 maggio. Quel giorno l’ingegnere di Fiuggi Maurizio Cocco, dopo aver trascorso quasi due anni nel carcere-lager di Abidjan in Costa d’Avorio, sarà di nuovo un uomo libero. Nel bene o nel male. Il ciociaro di 61 anni, arrestato nel giugno del 2020 con le accuse di narcotraffico e riciclaggio, poi rivelatesi totalmente infondate, alla fine da detenuto ha dovuto sostenere un processo per una presunta frode fiscale. Nell’ultima udienza, svoltasi una decina di giorni fa, ci sono state le arringhe dei difensori. Ora manca soltanto la sentenza, che arriverà appunto tra due settimane.

Maurizio Cocco, l'ingegnere di Fiuggi da due anni in carcere in Costa d’Avorio: libertà negata fino alla fine del processo

Ingegnere di Fiuggi detenuto in Africa, libertà negata a Maurizio Cocco. La moglie: «Temo per la sua vita»

L’accusa ha chiesto per lui una condanna a 22 mesi di reclusione. Cocco, la sua famiglia e i suoi legali, nonostante l’assurda vicenda che lo ha travolto, sperano che la verità possa venire fuori e confidano in un’assoluzione. Ma nella peggiore delle ipotesi, quella di una condanna, il ciociaro avrebbe già scontato la pena e potrebbe quindi uscire dal carcere per riabbracciare la moglie e i figli.

LE CARTE

Una volta libero Cocco racconterà la sua verità, quello che è successo dal giorno di due anni fa quando è stato sepolto in un carcere inserito nella lista nera per la violazione dei diritti umani, ma intanto nel processo sono emersi altri dettagli della sua assurda storia.

Al ciociaro, che danni lavorava in Costa d’Avorio nel settore dell’edilizia, è stata contestata una frode fiscale per aver ricevuto il pagamento di circa 300 mila euro in contanti da un imprenditore francese, ma anche lui dalle lontane origini ciociare. Somma legata alla costruzione di un palazzo, regolarmente fatturata e per la quale il 61enne aveva rilasciato una ricevuta al committente. I soldi, peraltro, l’ingegnere li aveva lasciati sul conto, questo a riprova che non ci fosse alcunché di illecito. All’Agenzia dell’Entrate ivoriane non risulta alcun procedimento per evasione fiscale a carico del ciociaro. In Costa d’Avorio non c’è limite ai movimenti di denaro in contanti. In quell’occasione Cocco comunque aveva comunque chiesto se il pagamento fosse possibile alla direttrice della banca presso cui aveva il conto, ricevendo il via libera. Anche la direttrice di banca era stata indagata, ma alla fine è stata prosciolta confermando il racconto di Cocco e aggiungendo che, prima di dare l’ok per l’incasso dei soldi in contanti, aveva informato il proprio superiore dell’area corporate.

LA CAUZIONE

Sul pagamento in contanti, poi, è emersa una circostanza a dir poco curiosa. L’imprenditore francese finito in carcere per la stessa vicenda che ha coinvolto Cocco è tornato libero da mesi grazie al pagamento di una cauzione di un milione e mezzo di euro. E nel processo è venuto fuori che questi soldi all’autorità giudiziaria ivoriana sarebbero stati pagati cash, in contanti. E così avrebbero fatto tutti gli altri imputati arrestati a suo tempo insieme a Cocco e poi scarcerati dopo il pagamento della cauzione.

Intanto Assunta Giorgili, moglie dell’ingegnere, lamenta che nell’ultima udienza, tra le tante ambasciate presenti in aula per sostenere i proprio connazionali imputati, mancava quella italiana.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 08:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA