Detenuto in Costa d'Avorio, Maurizio Cocco libero dal 2 giugno: l'ingegnere di Fiuggi tornerà in Italia dopo due anni di carcere

Il ciociaro condannato per frode fiscale, ma pena già scontata. Farà appello. La moglie: "E' stata un'ingiustizia"

Detenuto in Costa d'Avorio, Maurizio Cocco libero dal 2 giugno: l'ingegnere di Fiuggi tornerà in Italia dopo due anni di carcere

di Pierfederico Pernarella

Maurizio Cocco, l’ingegnere di 61 anni di Fiuggi incarcerato in Costa d’Avorio, tornerà un uomo libero il 2 giugno dopo due anni di carcere. In quello stesso giorno, del 2022, il ciociaro venne arrestato per accuse rivelatesi infondate, ma è rimasto dietro le sbarre perché nel frattempo era stato incriminato per un altro reato, una presunta frode fiscale. Lo scorso 7 maggio il tribunale ivoriano lo ha condannato a due anni di reclusione. Pena che Cocco ha già scontato. Ma il 61enne farà appello per dimostrare la propria innocenza.

Intanto, nelle more del processo di secondo grado, Cocco finalmente tornerà un uomo libero e potrà tornare in Italia dai suoi cari dopo aver trascorso due anni delal sua vita in un carcere, quello della capitale Abidjan, inserito nella lista nera per la violazione dei diritti umani.

LA FAMIGLIA

Nell’ultima udienza in aula era presente anche il vice console dell’ambasciata italiana in Costa d’Avorio. Pressioni in tal senso erano arrivate dalla famiglia (assistita in Italia dall’avvocato Pasquale Cirillo) e dall’onorevole Andrea Di Giuseppe, deputato per Fratelli d'Italia eletto all’estero. «Siamo molto rammaricati e soprattutto arrabbiati, ma per ora preferisco non aggiungere altro. Sarebbe inutile, come inutili in tutti questi anni sono stati i nostri appelli per la grave ingiustizia subita da mio marito e dalla nostra famiglia. Questa vicenda ci ha sconvolto la vita, non riusciamo a farcene una ragione», dice la moglie Assunta Giorgili.

Un vero incubo quello patito da Cocco. Il ciociaro in Africa da anni lavorava nel settore delle costruzioni. Tutto andava a gonfie vele, poi il 2 giugno la sua vita prende una piega imprevista: viene arrestato in una maxi retata con l’accusa di far parte di un giro di narcotraffico e riciclaggio.

I pochi indizi a suo carico, però, nel giro di qualche mese si sciolgono come neve al sole. Nel frattempo anche la moglie, andata in Costa d’Avorio per assistere il marito, viene bloccata per settimane nel paese africano.

IL PROCESSO

Cadute le accuse per le quali era stato arrestato, Cocco resta in carcere perché nel frattempo viene accusato di una presunta frode fiscale. E per questo reato finisce a processo. Le udienze prendono il via a dicembre dello scorso anno. La frode fiscale gli viene contestata perché aveva ricevuto il pagamento di circa 300 mila euro in contanti da un imprenditore francese, ma anche lui dalle lontane origini ciociare, per la costruzione di un palazzo. Somma regolarmente fatturata e per la quale il 61enne aveva rilasciato una ricevuta al committente. I soldi, peraltro, l’ingegnere li aveva lasciati sul conto, questo a riprova che non ci fosse alcunché di illecito. All’Agenzia dell’Entrate ivoriane non risulta alcun procedimento per evasione fiscale a carico del ciociaro.

In Costa d’Avorio non c’è limite ai movimenti di denaro in contanti, ma in quell’occasione Cocco, prima di incassare il denaro, aveva comunque chiesto il benestare alla direttrice della banca. Anche quest’ultima era stata indagata, ma alla fine è stata prosciolta confermando il racconto di Cocco e aggiungendo che, prima di dare l’ok per l’incasso dei soldi in contanti, aveva informato il proprio superiore dell’area corporate. Tutto alla luce del sole.

Il tribunale lo ha condannato ugualmente. A due anni. Un esito ampiamente prevedibile, anche perché l’autorità giudiziaria ivoriana avrebbe dovuto giustificare la lunga detenzione. Cocco intende andare avanti la sua battaglia giudiziaria per dimostrare la propria innocenza, ma lo farà da uomo libero.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Maggio 2024, 07:50
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