Una ragazza di 19 anni è stata condannata per aver usato pillole abortive per interrompere una gravidanza ed aver prima bruciato e poi sepolto il feto per disfarsene. Ad aiutarla sua madre, che ha ordinato le pillole per lei quando aveva ancora 17 anni. A portare alla condanna, la lettura dei messaggi privati scambiati tra mamma e figlia consegnati da Facebook alle autorità del Nebraska.
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La condanna
I fatti risalgono al giugno 2022, quando nello Stato l'aborto era ancora vietato dopo le 20 settimane, ora scese a 12. La giovane, Celeste Burgess, dovrà ora scontare 90 giorni di carcere e due anni di libertà vigilata. «La corte ritiene appropriata la libertà vigilata ma ritiene la reclusione necessaria considerata la serietà del reato e il mancato rispetto della legge», ha spiegato il giudice.
L'aborto e il feto bruciato
Le autorità hanno affermato che Celeste Burgess ha avuto un aborto farmacologico e che ha violato il divieto di aborto dello stato dopo 20 settimane, essendo arrivata a 28 settimane al momento dell'interruzione di gravidanza. All'inizio di quest'anno, il governatore del Nebraska ha firmato un disegno di legge che vieta la maggior parte degli aborti nello stato dopo 12 settimane, con eccezioni per violenza sessuale, incesto ed emergenze mediche.
Jessica Burgess, 42 anni, è stata accusata degli stessi reati di sua figlia, più un reato per aver procurato l'aborto oltre le 20 settimane e un reato per aver procurato l'aborto come persona diversa da un medico autorizzato.
Le altre accuse contro Jessica Burgess: il reato di aver abortito senza essere un medico; e l'accusa di aver nascosto la morte di un'altra persona - sono stati respinti. L'avvocato di Jessica Burgess ha richiesto un esame psicologico per il suo cliente. La sentenza è prevista per il 22 settembre.
Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Luglio 2023, 08:06
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