In aula in catene, legata mani e piedi. In un paese dell’Unione europea. Così Ilaria Salis, l'italiana accusata di aver aggredito tre neonazisti a Budapest, è comparsa nella prima udienza del processo a suo carico, aggiornato al 24 maggio. La ragazza è entrata in aula accennando un sorriso al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. «È stato choccante, un'immagine pazzesca - ha commentato Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani della 39enne milanese - Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro». Salis è rimasta così per tre ore e mezzo, «una grave violazione della normativa europea» per la quale «l'Italia deve intervenire», ha aggiunto il legale. «In un anno è invecchiata di dieci: è pallidissima, ha perso peso, ha le occhiaie e i capelli in un modo che non ho mai visto», ha aggiunto il padre della ragazza, Roberto Salis.
Reazioni sdegnate in Italia. Un sit-in presso l’ambasciata d’Ungheria a Roma ha chiesto l’immediato rilascio di Ilaria: «È una di noi.
Ilaria Salis rischia fino a undici anni di carcere per aver aggredito tre manifestanti neonazisti durante le celebrazioni della “Giornata dell'onore”, che ricorda le azioni militari delle Ss nel corso della Seconda guerra mondiale.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Gennaio 2024, 06:25
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