Un sollievo dall’inflazione arriva a lavoratori e pensionati con il decreto Aiuti bis. Ma se le partite Iva si preparano a fare domanda per il bonus 200 euro esentasse (non avendolo percepito in precedenza) dipendenti e pensionati ricevono ora un sostegno non uguale per tutti, che viene parzialmente eroso dal prelievo fiscale. Per queste due ultime categorie il beneficio complessivo netto arriva fino a circa 130 euro, nel caso di redditi che sfiorano il tetto massimo di 35 mila euro l’anno (2.692 euro mensili).
I NUMERI
Per i percettori di pensione, lo strumento scelto dal governo è la rivalutazione anticipata del 2 per cento, in attesa di quella più sostanziosa che arriverà dal prossimo gennaio. L’anticipo si applica da ottobre a dicembre, comprendendo la tredicesima e dunque per quattro mensilità. A novembre invece gli assegni riceveranno il conguaglio dell’inflazione 2021 che era stata provvisoriamente valutata all’1,7% ed è risultata a consuntivo pari all’1,9: questo 0,2 per cento in più (con gli arretrati) sarebbe comunque scattato nel prossimo gennaio e dunque non è un vero e proprio beneficio. Guardando quindi solo alla rivalutazione anticipata del 2 per cento (che non ci sarebbe stata senza il decreto Aiuti bis) questa vale circa 11 euro al mese, 42 in tutto, per una pensione minima (524 euro mensili). Siccome a questi livelli di reddito non si paga Irpef il vantaggio lordo coincide con quello netto. Invece per un trattamento di 1.000 euro lordi si mettono insieme 80 euro che scendono però a 56 netti dopo l’applicazione dell’imposta. L’impatto dell’Irpef è via via crescente: con 2.692 euro si otterranno 210 euro che diventano 130 netti.
Per le retribuzioni invece l’aiuto è sotto forma di taglio dei contributi previdenziali: un 1,2 per cento che si aggiunge allo 0,8 scattato a gennaio. Anche in questo caso i contributi non versati dal lavoratore, che vanno ad aumentare il lordo, sono soggetti a tassazione.
Non ci sono invece trattenute per il bonus 200 euro che tre milioni di lavoratori autonomi potranno presto chiedere ai rispettivi enti previdenziali: l’Inps per coltivatori, artigiani, commercianti e professionisti esclusivi, le casse private per gli altri professionisti. Occorre essere iscritti ed aver effettuato almeno un versamento dal 2020. C’è sempre il tetto di reddito a 35 mila euro l’anno. Il decreto attuativo firmato dal ministro del Lavoro Orlando aspetta la controfirma del Mef.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Agosto 2022, 11:13
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