SAN GEMINI Un viaggio nell’enogastronomia umbra, per conoscere il patrimonio del gusto di questa terra: così si presenta il libro curato da Diego Diomedi, studioso di gastronomia e sommelier. Il cibo, però, è anzitutto un fatto culturale: non ha solo una tradizione, ma una storia, non è solo qualcosa che nutre il corpo, ma anche l’identità delle persone. Scritto in collaborazione con altri esperti del settore, «Conversazioni Dantesche» nasce dal contenuto di due conferenze nell’ambito di un convegno dallo stesso titolo tenutosi nell’ambito della Giostra dell’Arme 2021 a San Gemini; il testo, edito da Thyrus, è uscito in giugno, è già stato presentato a Collescipolibri e a Spoleto, ed è programmato un altro incontro in Bct il 12 settembre. «Chi ha partecipato al convegno ha dato il suo contributo anche per iscritto. Quello che ho voluto fare, oltre alla mia parte, è stato tenere tutto assieme» spiega Diomedi, che si è occupato in particolare di olio e della componente dantesca. Di olio dell’Umbria hanno parlato Renato Covino, Alessandro Gilotti, Fabiola Pulieri e Maurizio Pescari; rispettivamente del rapporto tra Dante e vino e Dante e cibo hanno scritto anche Teresa Severini e Pietro Passeri, mentre Ivo Picchiarelli si è occupato di alimentazione e paesaggio umbro e Giorgio Barchiesi di cucina. Uno dei tre macrotemi esplorati è «Olio dell’Umbria: una “Divina Commedia”», un discorso che vede al centro l’idea di Dante e il suo rapporto con l’enogastronomia e, di pari passo, con la terra umbra. «Vi sono richiami continui, che permettono di analizzare questi tre elementi in prospettiva triangolare.
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Luglio 2022, 14:42
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