Perugia, pistola contro la moglie e botte al figlio: disoccupato con l'hobby dello spaccio cacciato di casa dal giudice

Perugia, pistola contro la moglie e botte al figlio: disoccupato con l'hobby dello spaccio cacciato di casa dal giudice

di Egle Priolo

PERUGIA - Alla fine non ce l'hanno fatta più. Dopo 23 anni di vita in comune, ma con gli ultimi due ricordati solo per botte e violenze, per gli insulti e una pistola puntata in faccia nei momenti di rabbia, una mamma e un figlio hanno denunciato l'uomo violento che adesso fa davvero troppa paura. Un marito e un padre che ora non può più avvicinarsi alla casa di famiglia e tanto meno alla moglie e al figlio, con tanto di braccialetto elettronico per controllare i suoi movimenti ed evitare pericolose violazioni del divieto. È questa la misura cautelare disposta in questi giorni dal giudice Margherita Amodeo dopo la richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini che ha fatto suoi i risultati delle indagini dei carabinieri di Città della Pieve a cui si sono rivolte le due vittime a inizio maggio.

Madre e figlio si sono presentati in caserma dopo la chiamata al 112, necessaria dopo l'ultimo episodio di violenza. E hanno raccontato ai militari come l'uomo, un 56enne, da un paio di anni sia «totalmente fuori controllo», come a «ogni litigio usi violenza» contro la donna «unita a minacce di ogni tipo, anche di morte», come riassunto dal gip Amodeo. Come l'ultima volta, pochi giorni fa, con una lite iniziata per motivi banali e finita con il 56enne che ha tirato il telecomando in faccia alla moglie, poi «percuotendola con le mani». All'intervento del figlio in difesa della mamma, ha aggredito anche lui, per poi tornare a colpire la donna con «schiaffi e cazzotti», procurandole una lesione a un occhio. Un'escalation di violenza per cui è intervenuto anche il fratello dell'uomo, finché le due vittime non sono riuscite a scappare da casa e da quell'incubo. Si sono rifugiati a casa dei genitori della donna, poi andata in pronto soccorso, dove ha subito raccontato ai medici di essere stata «percossa dal marito».
Autore, quindi, secondo la denuncia, di quell'incubo fatto di minacce e sopraffazioni, come riassume ancora il giudice Amodeo nell'ordinanza di applicazione della misura cautelare, con l'uomo che «fa uso di alcol e droga, che è attualmente disoccupato e che la violenza aumenta quando fa uso di sostanze», che l'uomo spaccia anche «ricevendo i clienti in casa».

Tutti elementi che per il gip «non rassicurano in merito al fatto che l'indagato in futuro si astenga dalla commissione di ulteriori comportamenti lesivi e criminosi» Con una donna picchiata abitualmente, vittima di un «costante comportamento aggressivo e prevaricatore» e il figlio «colpito se cerca di difendere la madre». Lui stesso ha raccontato ai carabinieri di «essere a conoscenza delle percosse, vessazioni e violenze del padre nei confronti della madre». Con la paura di quella pistola in casa «detenuta irregolarmente, che per tre volte ha puntato alla testa della madre in occasione dei frequenti litigi minacciandola di morte». Troppo, insomma, per resistere ancora. Con i racconti dei due - assistiti dall'avvocato Sara Pasquino - supportati anche dalle immagini fotografiche, mostrate ai carabinieri, dell'ultimo ematoma al viso, per cui la donna si è fatta refertare in ospedale «un trauma all'orbita dell'occhio destro con abrasione corneale paracentrale con linea di frattura della parte laterale dell'orbita stessa, nonché ecchimosi agli arti superiori». Per lei una prognosi di 30 giorni per curare le ferite all'occhio e al volto, come da documentazione sanitaria portata ai carabinieri. Da qui le contestazioni di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate, che la procura fa partire addirittura dal 2005. Quasi 20 anni di incubo adesso finalmente chiusi con un braccialetto.


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Maggio 2024, 09:03
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