Da Mattia a Ilaria al giovanissimo Pierluigi: tutte le vittime della strada in Umbria nel 2024. «Disattenzione e strade ko»

Da Mattia a Ilaria al giovanissimo Pierluigi: tutte le vittime della strada in Umbria nel 2024. «Disattenzione e strade ko»

di Egle Priolo

PERUGIA - Mattia Trinari e Alexei Sirbu sono le ultime vittime della lunga scia di sangue che da inizio anno fa piangere all'Umbria i morti sulle sue strade. Entrambi motociclisti, sono morti nel giro di 36 ore a 34 e 24 anni. Mattia ucciso da uno scontro frontale lungo la Pievaiola e Alexei dalla moto che, dopo averne perso il controllo, gli è piovuta addosso in fondo a via Settevalli.

Prima di loro, in questo 2024 che in meno di quattro mesi ha visto già 14 vittime della strada, la cronaca è devastante: dal 49enne morto il 4 gennaio sulla E45 a Città di Castello, alla 28enne Ilaria Bertinelli deceduta il 4 marzo a Tordibetto. Dal motociclista veneto di 60 anni a cui è stato fatale uno schianto lungo la Tre Valli, alla 76enne che ha perso la vita dopo un malore in via Narni, a Terni, lo scorso 7 aprile. E ancora, l'uomo deceduto sulla Perugia - Ancona tra Valfabbrica e Casastalda, all'interno della galleria Picchiarella, il 16 gennaio o Gianluca Gagliardini, morto in sella alla sua moto il 18 febbraio lungo Strada della Molinella a Ponte Felcino. Solo cinque giorni dopo, il 23, a Piccione lungo la statale Eugubina sono morti in un frontale il 40enne Francesco Migliorati, residente a Pianello, e Antonino Giallombardo, 75enne di origini palermitane ma residente a Ponte San Giovanni. A cui si aggiungono le storie drammatiche di tre pedoni, falciati mentre camminavano o attraversavano la strada: Pierluigi Pescatori, il 17enne perugino travolto da un furgone in via San Galigano il 13 marzo, Alberto Baccelli nel centro di Città della Pieve il 30 marzo e Carla Bosio, investita a Todi il 14 aprile mentre andava a ballare. «Casi, questi, in cui le famiglie distrutte sono due, quelle della vittima e di chi guidava», spiega Damiano Marinelli, referente regionale dell'Associazione italiana familiari vittime della strada. Che ragiona di «un problema sempre più forte da affrontare, con le morti stradali che sono ormai un'emergenza nazionale, a cui si devono aggiungere i numeri dei feriti che per un incidenti rischiano o subiscono un'invalidità permanente».
Ma quali sono le cause di un fenomeno che, se non aumenta, resta sempre e comunque troppo alto? «Un grosso problema resta la disattenzione, purtroppo – spiega Marinelli -. Siamo tutti collegati a Internet, spesso anche quando guidiamo, e tra telefonate e messaggini rischiamo tutti i giorni. C'è purtroppo una mancanza di consapevolezza, prima ancora che di informazione. Andrebbe fatto capire quali sono i tempi di reazione, nostri e dell'auto, anche a 50 chilometri orari». E se i più giovani, complici anche i diversi progetti di educazione civica e stradale che sempre più si fanno nelle scuole, sembrano più pronti alla prudenza, non è così – e le statistiche lo rilevano – per i più grandi. «I giovani in questo momento sono spesso vettori di informazioni anche in casa – dice Marinelli -, ma per i loro genitori si fa decisamente meno formazione. Noi avevamo provato a organizzare un percorso formativo per adulti, ma è difficilissimo portarli...».
E allora cosa si fa? «Bisogna incidere sul pilota e sulla percezione del rischio anche con campagne impressionanti, tipo quelle delle sigarette. Per far capire cosa succede se si dovesse andare a sbattere. Se mi manca la percezione, come per esempio quando non si allacciano le cinture di sicurezza sui sedili posteriori, dove magari porto in maniera insicura il bene più prezioso che ho come i figli, finisco per non stare attento. Senza contare che siamo tutti abituati a ritenere che le cose brutte accadano agli altri e non a noi».
E poi? «Alla disattenzione e alla velocità, però, dobbiamo aggiungere lo stato a volte pessimo delle strade, alle manutenzioni che non si fanno mai se non in vista di alcuni appuntamenti – commenta il referente di Aifvs -.

Noi da anni, anche come Unione nazionale dei consumatori ci battiamo perché i Comuni investano il 100 per 100 delle sanzioni stradali alle manutenzioni della rete viaria. Ma invece si fanno annunci e progetti e poi ogni ente decide quello che vuole. Stesso discorso per la segnaletica, orizzontale o verticale: se le strisce pedonali non sono più visibili perché usurate o addirittura non segnalate, il pedone si sente tranquillo ad attraversare e invece l'auto non si ferma. Come i paracolpi, di sabbia o acqua, che se fossero stati in certi tratti avrebbero attutito gli schianti e magari evitato morti». «Insomma – chiude Marinelli – l'attenzione e l'educazione alla guida sono fondamentali, ma anche le strade su cui viaggiamo dovrebbero consentirci di farlo in sicurezza».

I DATI

Quattordici morti sulle strade in Umbria in meno di quattro mesi. Quattordici vittime, tra automobilisti, motociclisti e anche pedoni. In un trend statistico che rischia di eguagliare gli ultimi dati disponibili sugli incidenti mortali nella regione: in base ai numeri forniti da Aci Istat alla fine dello scorso anno, infatti, nel 2022 sono stati 49 i lenzuoli bianchi stesi sulle strade umbre, con un lieve calo rispetto al 2021 in cui erano stati 2020. Ma purtroppo sia gli incidenti, in totale, che i feriti erano già in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti: con 2.252 sinistri in un anno (1.627 in provincia di Perugia e 625 in quella di Terni), aumentati del 12,5 per cento rispetto ai 2.001 incidenti del 2021, come i 3.076 feriti del 2022 (2.241 in provincia di Perugia e 835 a Terni) a fronte dei 2.679 feriti dell'anno precedente (+14,8%).
Tornando ai decessi, secondo i dati forniti dall'Aci, in particolare nel Perugino, l'87 per cento dei morti sono stati uomini, come le 33 vittime del 2022, rispetto alle 5 donne del totale dei 38 deceduti in un anno. La fascia di età maggiormente colpita sono gli ultrasessantacinquenni (il 39%). Le vittime sono per lo più i conducenti dei veicoli (68%), mentre i passeggeri deceduti in incidenti stradali sono il 16 per cento del totale. I pedoni, utenza debole della strada, costituisce l’altro 16 per cento, con una maggiore incidenza sugli anziani: in 5 casi su un totale di 6, le vittime avevano più di 65 anni di età.
Gli incidenti avvengono principalmente su strade urbane: su 1.627 incidenti, ben il 62 per cento è avvenuto in città. I veicoli maggiormente coinvolti negli incidenti sono le autovetture (il 77 per cento), seguite dai motocicli (203, il 6,9% del totale) e dai veicoli commerciali (187, 6,4%). I ciclomotori coinvolti in incidenti stradali sono stati 122 (4,1%) e infine le biciclette (91, pari al 3,1%).
Le principali cause di incidenti sono la velocità troppo elevata, il mancato rispetto dei segnali stradali e, soprattutto, la guida distratta. La fascia oraria in cui ha luogo il maggior numero di incidenti non è la notte come si potrebbe ipotizzare, ma va dalle 14 alle 17, quando il sole inizia ad abbassarsi e può creare problemi di visibilità.


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 08:57
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