PERUGIA - Minimo il 70% degli studenti delle superiori delle zone gialle e arancioni in classe da lunedì 26. Così il decreto che ha “ritoccato” le previsioni sul 60% che per l’Umbria vuole dire che ogni giorno dovrebbero andare a scuola, insieme ai 75mila di Infanzia, Primarie, e Medie inferiori anche in 28mila dei circa 40mila delle Superiori che ogni giorno terrebbero a casa gli altri 12mila studenti. Alla fine ha prevalso una via di mezzo che non appena trapelata ha già creato scontenti e rimetterà sul tavolo la irrisolta questione del “conflitto” tra esigenze delle scuole contrarie agli ingressi differenziati e quelle dei trasporti che invece li vogliono per via del 50% della capienza a bordo e la volontà dichiarata anche dall’assessore Melasecche di utilizzare gli stessi autobus per i due turni. Insomma l’intenzione di concedere “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” con l’obbligo del 75% in classe viene notevolmente ridotta almeno nelle scuole più grandi i cui studenti in maggioranza sono legati agli orari e al funzionamento dei mezzi pubblici. Un problema che con la presenza a scuola del 50% era stato risolto, un problema che potrebbe essere nuovamente superato con le messa in strada di altri autobus oltre i 98 in più che hanno garantito in queste settimane un trasporto adeguato al 50% degli studenti in presenza. Oggi ci sarà un confronto tra Usr e sindacati per ragionare su rientro. IL PIANO FUNZIONA Mentre si torna a discutere sulla modalità di rientro alle Superiori, buone notizie arrivano dai dati relativi a chi a scuola c’è già a tempo pieno. Il Report pubblicato dalla Regione a metà della scorsa settimana sta trovando conferme anche in questi giorni e il protocollo messo a punto dal dottor Emilio Paolo Abbritti, coordinatore dei referenti Covid per la scuola Asl Umbria 1, validato dal Cts sta funzionando. Per intenderci: non più intere classi in quarantena per un caso di positività, ma centinaia di studenti sani attenzionati in classe. «Il piano scuole sta andando molto bene, – ammette con prudenza ma soddisfazione il dottor Abbritti - la stragrande maggioranza delle poco più di venti classi in quarantena sono della scuola dell’Infanzia e asili nido dove il piano la prevede dall’inizio.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Aprile 2021, 10:30
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