Exomars, sulle tracce della vita marziana: ultime ore prima del lancio della sonda europea
di Paolo Ricci Bitti
MOSCA Nevischia e i turisti allungano il passo sulla Piazza Rossa a Mosca, tappa obbligatoria intermedia sulla rotta che porta al cosmodromo russo di Baikonur, enclave russa in Kazakhstan da dove lunedì mattina staccherà l’ombra da terra e dalla Terra il razzo Proton con la sonda Exomars diretta a Marte.
Per la prima volta un oggetto italiano, il lander Schiaparelli, un concentrato di tecnologia avanzatissima, toccherà il suolo sul Pianeta Rosso dopo un viaggio di otto mesi. Alla lettera si dovrebbe dire “ammarterà”, ma stavolta, con molte ragioni, l’Accademia della Crusca non dovrebbe dare il via libera all’uso del verbo e tanto meno del sostantivo “ammartaggio”. Con la Luna era tutto più facile, anche poetico. Ci ripenseremo fra 20 o 30 anni quando, grazie alla formidabile messe di dati raccolti dalla missione Exomars, toccherà all’uomo. O a una donna, perché all’epoca una come la Cristoforetti, oggi 36enne, non avrà perso un grammo della determinazione che l’ha spinta a diventare astronauta. Partirebbe subito, come ogni suo collega pendolare con l’orbita terrestre.
Nel quartier generale moscovita dell’Agenzia spaziale europea non si fa nulla per nascondere la tensione: non è solo per il costo dell’impresa, un miliardo e 300 milioni di euro, ma perché in queste ore legioni di scienziati, tecnici, ricercatori vedono quindici anni di lavoro e di sogni in cima a 600 tonnellate di carburante che bruceranno a 3mila gradi per vincere la forza di gravità e lanciare la sonda verso Marte per una traiettoria curvilinea di 60 milioni di chilometri. E’ come se scoccaste una freccia da un auto che corre sul Gra per colpire una ruota della fortuna che gira vorticosamente dalle parti di Milano.
Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Marzo 2016, 09:22
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