“I Riva e i loro sodali hanno posto in essere modalità gestionali illegali anche omettendo di adeguare lo stabilimento siderurgico ai sistemi minimi di ambientalizzazione e sicurezza per ovviare alle problematiche di cui avevano piena consapevolezza sin dal 1995”. Lo scrive la Corte d’Assise di Taranto, presidente Stefania D’Errico, giudice a latere Fulvia Misserini, nelle motivazioni, di oltre 3.700 pagine, della sentenza del processo Ambiente Svenduto conclusosi a fine maggio 2021 a Taranto e relativo al reato di disastro ambientale imputato alla gestione del gruppo Riva. È stata depositata, infatti, la motivazione della sentenza. Si tratta di un documento di oltre 3700 pagine. Diciotto mesi fa, la Corte di Assise ha decretato le pesanti condanne che hanno chiuso il primo grado del processo a carico della gestione dello stabilimento siderurgco Ilva targato Riva.
«Qualche tumore in più»
La frase pronunciata da Fabio Riva, ex proprietario e amministratore dell’Ilva, “qualche caso di tumore in più”, frase intercettata e inserita in un colloquio telefonico dell’industriale con un rappresentante aziendale, per la Corte d’Appello di Taranto “riassume meglio di ogni altro elemento di prova la volontarietà della condotta delittuosa posta in essere dagli imputati e anzi la consapevolezza degli effetto dell’inquinamento sulla salute della popolazione tarantina”. Così scrive il collegio nelle motivazioni depositate oggi della sentenza del processo, chiusosi a maggio 2021, Ambiente Svenduto. Per la Corte, “la capacità di influenzare le istituzioni da parte dell’Ilva, facendo leva sul potere economico e contrattuale della grande impresa, ha reso per lungo tempo molto difficile l’accertamento dei crimini che si andavano perpetrando e, seppure non sono mancati accertamenti giudiziari passati in giudicato, che hanno offerto un preoccupante spaccato della grave situazione ambientale, per la prima volta con questo processo - argomenta la Corte d’Assise di Taranto - si è potuta cogliere una visione unitaria della gestione illecita dello stabilimento da parte della proprietà, dei vertici aziendali e dei responsabili delle varie aree e dei reparti che compongono questa realtà industriale di enormi proporzioni, nonchè dei soggetti estranei che a vario titolo vi hanno concorso”. “Il bilancio è agghiacciante” scrive la Corte
Il verdetto
La sentenza risale al 31 maggio dello scorso anno.
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Novembre 2022, 21:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA