La Lazio si gioca la Champions in difesa

La Lazio si gioca la Champions in difesa

di Daniele Magliocchetti

La difesa degli orrori. Non è una novità, sia ben chiaro, solo una conferma. Che mette apprensione e ancora più pressione, visto che la Lazio è chiamata ad un rush finale senza sbagliare più nulla. Numeri alla mano, quello difensivo, è il reparto che ha avuto la maggiore involuzione. La stagione in corso è la peggiore in assoluto riguardo ai gol incassati a questo punto della stagione. Il cambio di rotta per arrivare al quarto posto ed entrare nell’Europa che conta serve in tutti i reparti, ma il punto su cui ci di deve concentrare di più è il reparto arretrato.
PROFONDO ROSSO 
Mai da quando c’è l’allenatore piacentino, la Lazio ha subìto così tanti gol dopo ventisette giornate. Sono 37 in totale, ben più di un gol a partita. Tra le aspiranti alla Champions League, solo la difesa della Roma ha fatto peggio con 40 reti, ma è altrettanto vero che ha una gara in più e un attacco migliore. Il passo indietro rispetto alla passata stagione è fin troppo evidente. Già perché un anno fa di questi tempi, la retroguardia laziale si contendeva il primo posto per la difesa meno perforata del campionato con la Juventus. E gli uomini, bene o male, sono sempre gli stessi, a differenza di Hoedt. Questo significa anche che la responsabilità non è solo dei difensori, ma del sistema di squadra e come difende.
TROPPI CAMBI 
Il dato che salta più all’occhio sono le innumerevoli volte che Inzaghi ha dovuto cambiare gli uomini in difesa. In campionato si tratta si tratta di ben 10 “terzetti” diversi in ventisei gare fin qui disputate e potrebbero essere anche 11, visto la formazione che il tecnico ha inviato all’arbitro per la gara fantasma col Torino. Tante, troppe volte. Dieci schieramenti diversi potrebbero avere problemi di organizzazione e sintonia, anche se molte di questi variazioni sono sicuramente dettate dagli infortuni e dalla squalifiche. Ma qualcuna, forse, si poteva evitare. Dopo Acerbi, uno dei calciatori più impiegati nel reparto arretrato è Patric e questo può voler dire tante cose, anche perché, rispetto all’anno scorso, lo spagnolo ha commesso molti più errori individuali. L’altra grande conferma è che la difesa ritenuta titolare, ovvero Luiz Felipe, Acerbi e Radu, in questa stagione ha giocato quattro volte e sono state altrettante vittorie con Crotone, Spezia, Parma e Roma con all’attivo una sola rete subita in Liguria con la formazione di Italiano. Per il resto percorso netto. Un dato che fa riflettere e sperare, a questo punto, che Luiz Felipe torni il prima possibile. Pare ci siano possibilità concrete che possa tornare prima del termine della stagione.
MISTERO MUSACCHIO 
Al di là delle prestazioni e dei numeri della difesa laziale, ci sono calciatori che entrano in campo, si mettono in evidenza e poi, per un errore spariscono.

E’ il caso di Musacchio, il centrale argentino prelevato dal Milano a gennaio. Su di lui pesa come un macigno la “gaffe” tecnica commessa col Bayern Monaco, quello scriteriato passaggio indietro a Reina, con Lewandoski che ne ha approfittato e aperto le danze in Champions “League. Un regalo non ci sono dubbi. Ma prima il difensore aveva ben debuttato con l’Atalanta, confermandosi solido con Cagliari e Sampdoria, poi l’erroraccio con i tedeschi, giocando a sinistra, in un ruolo e posizione non sua, poi più nulla. Per esperienza e carisma, ma soprattutto per i numeri da “horror” della difesa, l’argentino merita un’altra chance. Alla fine è la società a decidere sul suo futuro, non certo le presenze. Quelle sul contratto non ci sono. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Marzo 2021, 07:30

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