Dopo il gioco, i risultati: per la Lazio di Pioli
il terzo posto è un obiettivo possibile

Dopo il gioco, i risultati: per la Lazio di Pioli ​il terzo posto è un obiettivo possibile

di Enrico Sarzanini
ROMA – Quarta vittoria di fila, 15 punti in classifica e terzo posto a una sola lunghezza. La Lazio è tornata a volare e ora punta dritto al terzo posto, quello che vale la possibilità di giocarsi l'ingresso in Champions League. Merito dei gol di Djordjevic, delle chiusure di De Vrij, delle parate di Marchetti, dell'intelligenza tattica di Biglia ma soprattutto della sagacia tattica di Pioli. E' lui l'uomo copertina, il vero artefice di questo piccolo miracolo e Lotito pensa già al rinnovo di un anno, a giugno prossimo.





Arrivato in silenzio e senza nessun proclama, in estate aveva promesso «tanto lavoro per riportare la squadra ai livelli che merita». Ambiente in subbuglio, contestazione nei confronti della dirigenza, Pioli aveva capito da subito che c'era tanto lavoro da fare e che solo i risultati avrebbero potuto portare serenità all'ambiente. La partenza ad handicap (appena 3 punti nelle prime quattro giornate) non lo ha di certo aiutato, ma gli ha fatto comprendere meglio l'ambiente romano.



Subito messo sul banco degli imputati, Pioli si è rimboccato le maniche e nonostante gli infortuni con cui ha da fare i conti, su tutti quello di Gentiletti che era diventato da subito un vero e proprio punto di forza della difesa. Così, nonostante tutto, ha plasmato il suo 4-3-3, spesso costretto a trasformarlo in un 4-2-3-1 a causa delle assenze, dando anima e gioco alla Lazio. Ha ridato fiducia a Marchetti, creduto in Djordjevic facendolo esplodere, ha fatto di Biglia un leader, chiesto a Candreva di trascinare la squadra, dato a De Vrij i gradi di leader della difesa e soprattutto è riuscito a riportare la gente allo stadio (si è passati dallo stadio vuoto ai 35mila della sfida contro il Torino).



La scintilla è scattata dopo la sconfitta contro l'Udinese in casa. Il giorno dopo a Formello Pioli chiede alla squadra una reazione, vuole una prova di carattere dalla trasferta di Palermo. La risposta arriva: un 4-0 secco e convincente. Da quel giorno la squadra non si è più fermata. Quattro vittorie di fila. Undici gol fatti ed appena tre subiti e la zona Champions ad un solo punto. «Ma noi preferiamo parlare di Europa» preferisce ribadire Pioli che la parolina magica non la vuole proprio nominare. Questione di mentalità. Per il tecnico adesso arriverà il difficile: la sua Lazio si dovrà confermare, già giovedì a Verona. «Ma possiamo ancora migliorare» ha ammesso dopo il 2-1 sul Torino, segno che a Formello nessuno soffre di vertigini.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Ottobre 2014, 10:11

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