Brasile, scatta il countdown
Mondiali tra proteste e ritardi

Brasile, scatta il countdown ​Mondiali tra proteste e ritardi

di Romolo Buffoni
ROMA - L'appuntamento per le 22 (ora italiana) di gioved 12 giugno: Brasile-Croazia aprir il Mondiale di calcio e sar come se il pallone tornasse a casa.





Non dagli inventori, o presunti tali, inglesi, ma da coloro che più di qualsiasi altro sulla faccia della Terra ha saputo dare un senso al gioco più amato del mondo. Un nome su tutti basta a rendere il concetto: Pelè, O Rey, colui che in eterna disputa con Maradona viene considerato il calciatore più forte del mondo.



Un ritorno tribolato, anticipato dalla Confederations Cup di un anno fa alla quale i brasiliani non hanno partecipato col trasporto che ci si aspettava. Anzi, la manifestazione è stata il detonatore di una protesta clamorosa contro il generale rincaro del costo della vita, in un Paese che pure è, insieme a Russia, India, Cina e Sudafrica, in pieno sviluppo economico grazie alla forte crescita del Pil. Brasile che, fatto davvero raro, due anni dopo i Mondiali di calcio ospiterà a Rio de Janeiro le Olimpiadi.



Un disagio che si avverte attraverso le notizie di cortei a favore della manifestazione organizzati dal governo della presidente Dilma Rousseff per contrastare quelli del “Nao vai ter Copa” (Non ci sarà la Coppa) che hanno anche un inno ufficiale “Desculpe Neymar“ (Scusa Neymar) del compositore Edu Krieger che, fra le note, canta «scusa Neymar se in questa Coppa non tiferò Brasile». Situazione resa esplosiva anche dall'arrivo di truppe federali a Rio de Janeiro in concomitanza col mese Mondiale per contenere i fenomeni di violenza, fomentati a quanto pare ad arte anche dai narcos.



Ma la convinzione generale, però, è che i brasiliani una volta che la palla comincerà a rotolare verso la Coppa che si assegnerà a Rio de Janeiro nel Maracanà (oggi intitolato al giornalista Mario Filho) nella finale del 13 luglio, resteranno come sempre ipnotizzati dall'amore per la Seleçao. Calcio d'inizio che, come detto, è in programma per il 12 giugno forse a San Paolo. Il condizionale è clamoroso ma d'obbligo: lo stadio, dove lo scorso novembre sono morti due operai in un incidente, potrebbe non essere pronto. E i ritardi nel completamento delle opere, compresi gli impianti di Manaus dove esordirà l'Italia (sabato 14 alle 18 locali, mezzanotte da noi, contro l'Inghilterra) e quello di Porto Alegre che verrà reso agibile grazie a strutture temporanee.



È una corsa contro il tempo e contro il malcontento della gente. Alla Seleçao di Scolari il compito più duro: dover vincere a tutti i costi. «Siamo in Purgatorio. Se vinciamo andiamo in Paradiso. Altrimenti sarà l'Inferno», ha detto chiaramente Josè Maria Marin presidente della Federcalcio verdeoro. Spagna (campione in carica), Argentina e Germania le altre favorite. L'Italia parte in seconda fila, un pelo davanti al Belgio da molti indicato come la possibile rivelazione del torneo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 31 Marzo 2014, 10:25

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